Primarie del centro-sinistra con regole chiare, condivise e che evitino intromissioni inopportune.
Lo svolgimento delle Primarie per la scelta del candidato che il centro-sinistra proporrà agli elettori per guidare il Governo Nazionale in caso di vittoria alle prossime politiche di primavera, ci dovrà vedere impegnati in una mobilitazione impegnativa propedeutica a riavvicinare i cittadini alle istituzioni, motivandoli a partecipare, appassionandoli al confronto programmatico e facendogli recuperare quel senso alto della buona politica che si è oggettivamente smarrito nelle nebbie incolori ed insipide di un ventennio vuoto di valori e colmo di eccessivi personalismi.
Nelle case c’è ansia per il futuro, apprensione per il presente e paura del domani. Manca la speranza e non ci si fida più delle istituzioni democratiche. I cattivi esempi di pessimi esponenti nazionali e locali si sommano al crescente disagio sociale in una miscela di rassegnazione, populismo, astensionismo e protesta. Chi ha perso il lavoro e scende nelle viscere delle miniere o sale su torri, palizzate, gru, sulla Cupola di S. Pietro o su quella di San Marco è distante dal dibattito dei partiti. I giovani disoccupati, il precariato dominante ed il reddito familiare che crolla insieme ai diritti universali di cittadinanza, ci obbligano a riscrivere un contratto sociale tra generazioni, tra territori e tra comunità locali.
L’ultima cosa che serve in questo momento, al PD, al centro-sinistra e alla residua credibilità della politica, è trasformare le Primarie in uno scontro interno ai gruppi dirigenti, del tutto avulso dalla ricerca di un percorso virtuoso, faticoso ma possibile che serve agli italiani per uscire dal baratro in cui sono stati condotti dal berlusconismo di destra e di sinistra.
Per questo apprezzo l’impegno di Walter Veltroni a individuare un’intesa oculata su regole condivise da tutti, ed auspico, a tal proposito, che l’Assemblea Nazionale in programma domani, converga unanimemente su una sintesi unitaria.
Sommessamente metto a disposizione la personale esperienza di candidato alle Primarie del partito del 25 ottobre 2009 e alle Primarie del Centro-sinistra del 4 settembre 2011, per confermare l’inopportunità di cimentarsi in una competizione priva di regole politiche di buonsenso, perché ciò permette agli elettori di altro orientamento culturale e di opposto schieramento di essere determinanti nella scelta del vincitore.
Lo smantellamento dei partiti strutturati ha creato un vuoto di selezione dei gruppi dirigenti che in questi anni è stato colmato attingendo a figure popolari dello spettacolo, dello sport o delle professioni che hanno reinvestito il proprio credito nell’opinione pubblica all’interno delle istituzioni. Questa scorciatoia è permeata di slogan, di inesperienze amministrative e di inadeguatezze al confronto democratico, al dialogo e al lavoro collegiale.
Ho letto la brillante analisi di Alberto Asor Rosa sullo spappolamento italiano, la condivido e non vi aggiungo nulla.
Ritengo però, in attesa di riattivare nuove forme di partecipazione democratica efficaci, che l’esempio americano di preiscrizioni in albi degli elettori che intendono partecipare alle primarie del proprio partito rappresenti una base di partenza irrinunciabile. Chi crede in un’idea, chi milita culturalmente in un’area culturale e chi si riconosce in una proposta politica non ha nulla da temere. Altra cosa è ciò che è accaduto in Molise ed in altri luoghi d’Italia dove esponenti conosciuti e riconoscibili di destra hanno partecipato alle nostre Primarie ed hanno deciso loro per noi incidendo sull’esito finale.
Non ho mai sollevato alcuna questione al riguardo sul piano personale perché resto convinto che ogni nuovo esperimento ha bisogno di vittime sacrificali. Ciò che mi preme è sollecitare l’Assemblea Nazionale a fare tesoro di simili errori di impostazione e definire un quadro regolamentare minimo che obbliga chi partecipa ad iscriversi in anticipo per esercitare il diritto di voto alle Primarie sulla falsariga del modello americano.
Nelle case c’è ansia per il futuro, apprensione per il presente e paura del domani. Manca la speranza e non ci si fida più delle istituzioni democratiche. I cattivi esempi di pessimi esponenti nazionali e locali si sommano al crescente disagio sociale in una miscela di rassegnazione, populismo, astensionismo e protesta. Chi ha perso il lavoro e scende nelle viscere delle miniere o sale su torri, palizzate, gru, sulla Cupola di S. Pietro o su quella di San Marco è distante dal dibattito dei partiti. I giovani disoccupati, il precariato dominante ed il reddito familiare che crolla insieme ai diritti universali di cittadinanza, ci obbligano a riscrivere un contratto sociale tra generazioni, tra territori e tra comunità locali.
L’ultima cosa che serve in questo momento, al PD, al centro-sinistra e alla residua credibilità della politica, è trasformare le Primarie in uno scontro interno ai gruppi dirigenti, del tutto avulso dalla ricerca di un percorso virtuoso, faticoso ma possibile che serve agli italiani per uscire dal baratro in cui sono stati condotti dal berlusconismo di destra e di sinistra.
Per questo apprezzo l’impegno di Walter Veltroni a individuare un’intesa oculata su regole condivise da tutti, ed auspico, a tal proposito, che l’Assemblea Nazionale in programma domani, converga unanimemente su una sintesi unitaria.
Sommessamente metto a disposizione la personale esperienza di candidato alle Primarie del partito del 25 ottobre 2009 e alle Primarie del Centro-sinistra del 4 settembre 2011, per confermare l’inopportunità di cimentarsi in una competizione priva di regole politiche di buonsenso, perché ciò permette agli elettori di altro orientamento culturale e di opposto schieramento di essere determinanti nella scelta del vincitore.
Lo smantellamento dei partiti strutturati ha creato un vuoto di selezione dei gruppi dirigenti che in questi anni è stato colmato attingendo a figure popolari dello spettacolo, dello sport o delle professioni che hanno reinvestito il proprio credito nell’opinione pubblica all’interno delle istituzioni. Questa scorciatoia è permeata di slogan, di inesperienze amministrative e di inadeguatezze al confronto democratico, al dialogo e al lavoro collegiale.
Ho letto la brillante analisi di Alberto Asor Rosa sullo spappolamento italiano, la condivido e non vi aggiungo nulla.
Ritengo però, in attesa di riattivare nuove forme di partecipazione democratica efficaci, che l’esempio americano di preiscrizioni in albi degli elettori che intendono partecipare alle primarie del proprio partito rappresenti una base di partenza irrinunciabile. Chi crede in un’idea, chi milita culturalmente in un’area culturale e chi si riconosce in una proposta politica non ha nulla da temere. Altra cosa è ciò che è accaduto in Molise ed in altri luoghi d’Italia dove esponenti conosciuti e riconoscibili di destra hanno partecipato alle nostre Primarie ed hanno deciso loro per noi incidendo sull’esito finale.
Non ho mai sollevato alcuna questione al riguardo sul piano personale perché resto convinto che ogni nuovo esperimento ha bisogno di vittime sacrificali. Ciò che mi preme è sollecitare l’Assemblea Nazionale a fare tesoro di simili errori di impostazione e definire un quadro regolamentare minimo che obbliga chi partecipa ad iscriversi in anticipo per esercitare il diritto di voto alle Primarie sulla falsariga del modello americano.
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