lunedì 9 luglio 2012

Da Gildone un gesto esemplare di accoglienza ed integrazione

La comunità di Gildone si è raccolta nella Cattedrale di Campobasso e ha circondato d'affetto Gilbert Tsogli, un uomo dalla pelle scura proveniente dal Togo, nel giorno più importante della sua vita.









Tante mamme hanno sostituito sua mamma che non l'ha potuto vedere nel mentre si è prostrato a terra e ha fatto la sua professione di fede o quando si è rialzato ed ha vestito i paramenti sacri. Dopo la sua ordinazione a diacono hanno preparato con le proprie mani il meglio della nostra tradizione per ospitare gli invitati al Convitto Speranza come se si fosse trattato della festa di un proprio figlio. Gilbert oggi è un plurilaureato in diverse discipline, un bravo giornalista che scrive anche su l'Osservatore Romano e una figura poliedrica, riservata e garbata, che avendo completato i propri studi teologici a Roma, poteva tranquillamente scegliere San Pietro, San Giovanni Laterano o una delle principali chiese romane per la cerimonia sognata da sempre.

E invece Gilbert ha scelto il Molise, la parrocchia di San Sabino di Gildone e la Diocesi di Campobasso, per condividere la sua gioia con chi lo ha accolto per anni, gli è stato vicino, l'ha spronato e sostenuto anche materialmente, ma lo ha sempre considerato come un ragazzo del posto, ridendo e piangendo insieme a lui. Nel momento in cui ha preso la parola dal pulpito per ringraziare tutti ha cominciato con gli scout di Campobasso che per ore hanno provato senza riuscirci a collegarsi tramite internet con l'Africa per far seguire l'evento ai suoi fratelli e ai suoi genitori. Ed è stato difficile trattenere l'emozione quando si è rivolto nella sua lingua madre, all''unico componente della sua famiglia presente, suo fratello Silvestro che è medico in Francia.

In quelle poche parole si leggevano i segni del suo percorso di vita, i quattro anni di studi seminariali in Togo interrotti da una rivolta militare, ma anche la sua forza d'animo, il non arrendersi, venire in Italia, incrociare sui suoi passi con Don Mercurio Simonelli che ha aiutato tanti giovani a laurearsi, e con lui scoprire l'umanità ed il calore del Molise. Non è stato semplice seguire la vocazione e ieri che ha coronato il suo sogno non l'ha voluto fare in un posto qualsiasi ma ci ha scelto, ci ha chiamati e voluti al suo fianco, dagli amici di Petrella ai tanti campobassani che hanno fatto ala, alla sua famiglia allargata di Gildone.

In un tempo buio in cui i cristiani vengono perseguitati e le chiese bruciate in Africa, e nei quali l'Europa si chiude a riccio per paura del diverso, il Molise ha scritto una pagina bella a quattro mani che non ci parla solo di solidarietà ed accoglienza. Nella vicenda esemplare di Gilbert c'è la millenaria cultura rurale delle nostre popolazioni all'integrazione, un patrimonio di valori su cui puntare perchè la forza del cuore può indurre un giovane del Togo a scegliere Campobasso e una piccola comunità sannita. E nessun territorio è talmente povero da non poter donare un sorriso a chi arriva da vicino o da lontano.

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