giovedì 31 maggio 2012

La Prefettura di Isernia rischia il trasloco nel capoluogo di regione

Quando ti accorgi che niente è eterno, o peggio, nulla può sottrarsi al divenire, pur tragico degli eventi, solo la Storia ne è degna osservatrice, hai la sensazione drammatica di trovarti in una pianura desertica dove l’orizzonte tutto attorno si affaccia sull’oblio, sul nulla, e dunque sei solo; solo tu sotto un cielo limpido, illuminato dal sole che inutilmente si è appropriato persino della tua ombra.



Restaurazione o demolizione? Ieri, assieme a degli amici, abbiamo costituita una delegazione in rappresentanza del corpo associativo, precisamente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti del Molise, per farci ricevere dal Prefetto Filippo Piritore e dal Capo Gabinetto la dott.ssa Giuseppina Ferri, ai quali è stato presentato un documento congiunto con la Presidenza nazionale dell’UICI sui temi del probabile commissariamento dell’UICI nazionale da parte del Ministero del Tesoro.

E’ stata poi avanzata una proposta di concertazione per alcuni interventi sociali che riguardano persone in situazione di disabilità plurima o di cecità assoluta. L’incontro si è concluso con toni cordiali e la massima disponibilità dell’Ufficio per rappresentare un documento presso il Ministero e il Governo.

Nell’aria però mentre ci accingevamo a uscire abbiamo percepito una strana sensazione di disagio, quando abbiamo scoperto che c’è in atto una procedura per ridurre le prefetture, ben tredici in tutta Italia, tra cui quella di Isernia che verrebbe accorpata a quella di Campobasso.

Proviamo ad immaginare una provincia senza Prefetto, verrebbero meno, non solo importanti figure di riferimento sul territorio, il prefetto e il capo gabinetto, ma servizi significativi come quello dei vigili del fuoco e conseguentemente si teme  anche il trasferimento o la soppressione degli uffici della questura e di tutta una serie di strutture giuridiche indispensabili per il servizio pubblico di sicurezza e controllo.

Chi sapeva di questo provvedimento? Il mio personale invito è dunque quello di “sussurrare” al mondo dell’associazionismo, del volontariato, del sociale di alzare lo sguardo sul rischio che qualcuno demolisca, non solo lo Stato Sociale, ma addirittura quello di “diritto”. E’ di questi giorni l’annuncio dato dai giornali e dalle televisioni nazionali, secondo cui il Presidente della Repubblica italiana sarebbe stato invitato a rinunciare alla parata del 2 giugno per devolvere i soldi in favore dei terremotati. La richiesta viene dal mondo della politica, da coloro che hanno molte delle responsabilità di questa crisi, non solo economica, ma di valori e di tradizione.

Chi grida contro le istituzioni dello Stato, chi strumentalizza le tragedie per fare della propria demagogia la bandiera della salvezza nazionale, dovrebbe riflettere bene e non dimenticare che l’Italia non è sorta da finte battaglie di piccole bandierine di carta, ma per l’impegno politico e umano di chi ha voluto dare al popolo italiano una identità nel mondo, una storia fatta di tanti dialetti e tradizioni, questo sì, ma proprio per questa ragione più forte e vera agli occhi delle potenze europee di allora e di oggi.

Diffidiamo di chi, con false prospettive umanitarie, cela in realtà il bieco tentativo di demolire appunto questo nostro Stato di diritto, invece di provare a progettare assieme al governo, al parlamento i presupposti per un recupero di quei valori sociali, che per effetto della Storia, vedono nella tradizione la legittimazione del proprio spirito politico, culturale e perché no, italiano.

La società civile ha il diritto di mobilitarsi in difesa non solo dei diritti acquisiti ma delle stesse istituzioni che a vario titolo politico, amministrativo, giuridico e di sicurezza di fatto rappresentano la permanenza e la tutela , la garanzia di una sicurezza sociale e di una rappresentanza presso il governo nazionale, il parlamento che altrimenti resterebbero entità davvero lontane ed astratte rispetto al quotidiano vissuto dalla gente, dal popolo. In questo caso molisano e nella fattispecie del territorio pentro.

Prof. Marco Condidorio, Presidente
regionale dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti

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