domenica 1 aprile 2012

Crisi. L'appello di un imprenditore: "Non voglio morire"

La crisi non guarda in faccia a nessuno.









"Sono fermo da tre anni con tre figli. Vorrei lavorare per un progetto che può salvare la mia famiglia, ma servono 20.000 euro che nessuno è riuscito a darmi. Non voglio morire come tanti miei colleghi". Dopo l'appello ad Affaritaliani.it di Giuseppe Iudici, imprenditore pugliese e padre di famiglia, sono arrivate in redazione centinaia di email dei lettori, dalle manifestazioni di solidarietà alle parole di conforto: "Ho 29 anni ma mi sento morto". "Scusate se sono ancora vivo e non ho più un lavoro per pagare".  "Reagiamo alla crisi facendoci forza tra imprenditori". "Istituzioni indifferenti". Giuseppe ringrazia Affari: "Dopo tanto tempo non mi sento solo". La denuncia partita dal nostro giornale arriva in Parlamento. La Lega Nord presenta un'interrogazione al ministro Passera. E Massimo Donadi (Idv): "Porteremo la denuncia alla Camera".

E tra le tante parole scritte arriva anche una concreta offerta di solidarietà:

Io non posso fare nulla in campo lavorativo e se potessi lo farei ma posso
inviare un aiuto di 300€ se necessitano a questo signore, per far mangiare un poco (ma poco) i propri figli. Sono amareggiato da questa situazione e anche
io, come piccolo artigiano, sto vivendo la crisi come posso.

Un abbraccio sincero a questo padre di famiglia.

grazie, saluti


LA LETTERA:

Caro Direttore,
sono un imprenditore fermo da tre anni con tre figli.

Su questo non aggiungo altro perché spiegare e far capire che cosa passa  un padre di famiglia che per tre anni vive la sua quotidianità non potendola garantire... (papà mi serve un quaderno, papà non c'è latte, papà' hanno staccato il gas).


Chiedere aiuti è diventato ulteriore dignita' persa. Vorrei lavorare per un progetto che può salvare la mia famiglia, ma servono 20.000 euro che nessuno è riuscito a darmi. Ho inviato a tutte le e-mail della Regione Puglia per chiedere la possibilità di aprire una associazione per aiutare noi imprenditori ad andare avanti e non MORIRE nel modo in cui tanti colleghi fanno...nessuno mi ha risposto anche per dire non è possibile.

Perché le scrivo? Lei ha dimostrato di essere sensibile a questo argomento, forse è padre come noi, e penso che da una parte di Italia qualcuno per un momento capisca le mie parole.

Grazie per aver letto uno sfogo di uno dei tanti.....NESSUNO.
Cordiali saluti.

Giuseppe I.





Affaritaliani.it

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