mercoledì 14 marzo 2012

Imprese - donna: nel 2011, 157 in meno (-1,45%)

Il Molise continua a mantenere il primato della regione con la più alta incidenza di imprese in “rosa” tuttavia, mentre nel resto d’Italia le imprese-donna resistono alla crisi, in Molise si contano, rispetto al 2010, 157 imprese registrate in meno e 174 imprese attive.








Nel corso dell’anno, dopo una prima battuta d’arresto registrata nel primo trimestre e un andamento crescente seppur debole nei trimestri centrali,  le imprese femminili chiudono l’anno con un segno negativo con 157 imprese-donna registrate in meno rispetto alla fine del 2010.
Nel dettaglio, le imprese femminili contano, al 31 dicembre 2011, 10.679 imprese registrate di cui 9.997 attive. Nel 2011, a fronte di 688 imprese iscritte, le cessazioni sono pari a 842, 720 al netto di quelle operate dalle Camere di Commercio. Nel corso dell’anno, pertanto, il saldo demografico è pari a -32 sedi che si riflette su un tasso di crescita negativo (-0,30%). Il Molise, insieme alla Basilicata, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta sono le uniche regioni a chiudere l’anno con un tasso di crescita negativo ponendosi in controtendenza sia rispetto all’Italia (+0,99%) che rispetto al Meridione (+0,75%).
 
In Italia, infatti, a dispetto della crisi, anche nel 2011 il binomio donna – impresa fa un piccolo passo avanti, allargando la platea delle imprese a guida femminile. Alla fine di dicembre dello scorso anno sono quasi 7mila le imprese “rosa” in più rispetto al 2010, con un incremento dello 0,5%.  A dare maggior significato a questo dato c’è il fatto che il saldo delle imprese femminili compensa più che completamente la performance poco brillante delle imprese non-femminili che, nel 2011, hanno fatto registrare un bilancio in rosso per circa 6mila unità.
Tuttavia, quanto osservato a livello nazionale, non si riflette in Molise. Analizzando la tendenza rispetto al 2010, le imprese “rosa” mostrano una certa difficoltà che si manifesta con una variazione tendenziale negativa (pari a -1,45% per le registrate e a -1,71% per le imprese attive) e maggiore di quella rilevata tra le imprese non femminili (-1,0% le imprese registrate e -1,12% le attive). 
Quanto a “femminilizzazione” del tessuto imprenditoriale, poi, le regioni leader si confermano quelle della fascia meridionale, dove il Molise continua ad occupare la prima posizione con il 30,1% delle imprese “rosa”. Seguono la Basilicata (27,8%), l’Abruzzo (27,8%) e la Campania (26,8%). Tuttavia casi degni di rilievo si osservano anche nelle altre aree geografiche: tra le regioni del Centro, l’Umbria registra un tasso pari al 26%, mentre tra quelle del Nord il primato lo detiene la Liguria con un’incidenza del 24,6%.
 
Tra le province, un gruppo, composto da Messina, Ragusa, Monza-Brianza, Fermo, Prato e Catania, si differenzia per incrementi percentuali di imprese-donna superiori al 2%. Le province con le performance meno brillanti rimangono invece quelle di Caltanissetta (-5,7%) e Avellino (-3,2%). Campobasso (-1,36%) e Isernia (-0,26%), nella classifica delle province, occupano rispettivamente il 102-esimo e l’84-esimo posto.
In termini assoluti, tra il 31 dicembre 2010 e il 31 dicembre 2011, le province di Campobasso e Isernia hanno perso rispettivamente 142 e 15 imprese capitanate da donne.
Tuttavia, nonostante l’anno si sia caratterizzato per un trend negativo che si sintetizza in un -1,45% di registrate e un -1,71% di imprese attive in meno, da un’analisi per forme giuridiche, si continua ad osservare un aumento soprattutto delle forme imprenditoriali più complesse, come ad esempio le società di capitale che registrano una variazione percentuale dello stock pari a +8,23% per le registrate e a +9,49% per le attive. Le società di persone chiudono l’anno in negativo con una variazione percentuale di -0,96%. Continua il trend negativo delle ditte individuali osservato anche negli anni passati e che ha caratterizzato l’andamento delle imprese-donna durante tutto l’anno osservato (-2,30% le registrate e -2,55% le attive), tuttavia le altre forme giuridiche, tra cui anche le cooperative, segnano un sensibile calo pari a -6,09%. Differenze significative si riscontrano anche tra le ditte individuali che, pur restando la componente più consistente dell’universo imprenditoriale femminile, decrescono con una forza maggiore nella provincia capoluogo rispetto a quella pentra.
 
I settori che maggiormente attraggono le imprenditrici molisane sono: il settore “Agricoltura, silvicoltura e pesca” (43,9%), il “Commercio” (23,2%) e i servizi in genere (16,3%) con l’esclusione delle attività di alloggio e di ristorazione per le quali è stato ritenuto opportuno un’ulteriore distinzione dal resto dei servizi. Nella distribuzione delle imprese per settori di attività economica, il Molise è la regione con la più alta percentuale di imprese agricole seguita solo dalla Basilicata (43,3%). L’incidenza delle imprese agricole in Molise è più alta sia rispetto all’Italia in complesso (26,0%) che in confronto all’area geografica di appartenenza (Meridione: 19,1%). In antitesi, la distribuzione delle imprese femminili negli altri settori risulta inferiore alle rispettive percentuali sia nazionali che meridionali. Dalla dinamica di crescita dei settori economici, osservata attraverso la variazione dello stock delle imprese registrate tra dicembre 2010 e dicembre 2011, emerge che i settori in cui, in termini assoluti,  le imprese femminili hanno manifestato la crescita maggiore sono stati i settori connessi ai servizi, in particolare: il settore “Altre attività dei servizi” (che includono le attività associative, la riparazione di computer e beni per la casa e i servizi alla persona, con 8 imprese in più) e alle “Attività finanziarie” (+8). Significativi i saldi di stock evidenziati in settori apparentemente meno femminili come le “Costruzioni” (+11). Purtroppo, ad incidere maggiormente sulla negatività del saldo tra periodi, sono proprio i settori più numerosi senza riscontrare differenze significative tra le due province. Il settore dell’agricoltura perde 161 imprese, quello del “Commercio” registra 30 unità in meno e le “Attività manifatturiere” che perdono 14 imprese.

Nessun commento: