giovedì 4 settembre 2014

Grandi navi e inchini. Portofino sollecita il ritorno al passato? Legambiente: “Vergogna. La Concordia non ha insegnato nulla?”



L’estate sta finendo e nonostante il clima tiepido qualche colpo di sole deve aver colpito nel Comune di Portofino e in Regione Liguria che, a quanto pare, intendono trovare l’ennesima scappatoia per non rispettare il decreto anti-inchini e permettere alle grandi navi di avvicinarsi ancora di più alle delicate e pregiate coste dell’area marina protetta che caratterizza positivamente questa parte di Belpaese.


“Ci è giunta notizia – ha dichiarato il Presidente di Legambiente Liguria Santo Grammatico – che domani si svolgerà, presso la Regione Liguria, una riunione fortemente voluta dal Comune di Portofino, che sembrerebbe  intenzionato a chiedere una deroga della deroga ottenuta precedentemente al decreto anti-inchini realizzato dall’allora ministro dell’Ambiente Clini dopo il disastro della Costa Concordia”.

Il decreto in questione prevedeva il limite per il passaggio delle navi da crociera a 2 miglia nautiche dalle aree marine potette. Una norma giudicata insufficiente da Legambiente perché escludeva dalla tutela tantissime aree pregiate e fragili della costa e le piccole isole italiane, da Capri a Pantelleria, dalle Eolie all’isola di San Pietro.

“Subito dopo l’adozione, peraltro parziale, del provvedimento – ha aggiunto il responsabile Mare di Legambiente Sebastiano Venneri  – proprio Portofino chiese e ottenne una deroga per abbassare il limite di distanza a 0,7 miglia. Una decisione a nostro avviso scellerata, che metteva in pericolo la sicurezza dei turisti e la tutela dell’ambiente costiero e marino più pregiato, ma che evidentemente non è bastata a soddisfare le pretese del Comune.  Sembra infatti, che la riunione convocata per domani, servirà a chiedere l’abbassamento ulteriore del limite di distanza delle grandi navi dall’area marina protetta di Portofino fino a 0,3 miglia, dimostrando che la tragedia della Costa Concordia non ha insegnato nulla e che in questo Paese un decreto emanato per garantire sicurezza e futuro al turismo di qualità può essere tranquillamente aggirato”.

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