martedì 8 luglio 2014

Scoppia il caso della "long list" all’Asrem Molise



Riceviamo e pubblichiamo. Scoppia il caso della "long list" all’Asrem Molise, e  secondo i bene informati, la Guardia di Finanza ha sequestrato i documenti delle procedure amministrative, le lettere di nomina, i curricula e tutto quanto potrebbe fare luce su accuse abbastanza gravi e circostanziate.



Che parlano di favoritismi sfacciati a favore di parenti e familiari, amici di partito e affini. Una storiaccia, sempre che dovesse essere poi confermata dai riscontri che la GdF sta cercando, su disposizione del pubblico ministero che ha aperto un fascicolo per fare chiarezza su varie vicende dell’Azienda sanitaria molisana. In caso contrario, tutto ok per i dirigenti che oggi risulterebbero indagati, e che si dicono del tutto tranquilli sulla bontà del proprio operato. 

E mentre il primario del servizio di pronto soccorso ed emergenza, Lucio Pastore, punta il dito direttamente sulla realizzazione di reparti ad hoc per fratelli “di lusso”, proprio in occasione della visita del Pontefice, un altissimo dirigente Asrem presenta le sue dimissioni, improvvise quanto inaspettate. Da un giorno all’altro, dicono nelle stanze della direzione del Distretto di Isernia. Dove la notizia è arrivata come una vera deflagrazione.

E sempre a Isernia, nonostante tutto resta imperterrita al suo posto la dr.ssa Rosa Iorio, anche dopo la sconfitta elettorale del suo autorevolissimo fratello Michele, Governatore del Molise fino alle ultime elezioni regionali. “Rosetta è brava e resta dov’è per merito” dicono gli aficionados, ma girano intanto storie e storielle che coinvolgono molti altri pezzi da novanta della Sanità molisana, compressa (o stritolata?) da mega interessi milionari della sanità privata, che ormai insidia gli ospedali pubblici ogni giorno più in grave crisi per mancanza di fondi e di posti letto.

Intanto le statistiche dicono che la “Cattolica” di Campobasso continua a riscuotere crediti e successi. Eppure la struttura è in continua perdita economica, perché la Regione paga al di sotto dei costi reali, con un incremento passivo di bilancio ormai non più sostenibile. Se chiude la Cattolica, centinaia di pazienti oncologici e cardiopatici saranno con le spalle al muro. Un prezzo che, secondo gli osservatori neutrali, deriva in eguale misura sia dalle politiche dell’ex governatore  Iorio che da quelle messe in campo dall’attuale presidente Frattura.


AGOSTINO ROCCO
MOLISEcittà
Centro Studi Regionali Politico – Culturale

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