Il Presidente del CNEL Antonio Marzano e il Presidente f.f. dell'Istat Antonio Golini presentano la seconda edizione del Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia (BES 2014).
Quest'anno, il Rapporto BES2014 offre un'analisi del benessere in Italia relativo all'ultimo decennio caratterizzato dai difficili anni di crisi economica. In particolare, dai dati raccolti emerge un quadro di luci e ombre, di tendenze positive di lungo periodo meno condizionate dalla congiuntura, come gli aspetti legati alla salute, all'istruzione o alle reti sociali, e di altre profondamente segnate dal ciclo, come il lavoro e la condizione economica delle famiglie.
Il Rapporto, quindi, si pone l'obiettivo di rappresentare una guida utile per i policy maker, le parti sociali e il mondo della ricerca per identificare le priorità da affrontare nel breve e nel lungo periodo, per garantire un benessere equo e sostenibile a noi e alle generazioni future.
La povertà aumenta in Italia. Dal rapporto Istat-Cnel emerge che, secondo i dati 2012, la quota di persone povere è passata dal 5,7 all'8%. Cala l'occupazione: nel 2013 al 59,8% (il 68,5% in Ue). Sempre più donne lavorano fuori casa e restano le difficoltà per conciliare gli impegni in presenza di figli piccoli. Grandi esclusi dal mondo del lavoro i giovani, mentre al sud è marcata l'incidenza di lavoratori non regolari (19%). Gli italiani vivono di più, 79,6 anni gli uomini e 84,4 le donne, ma più stressati e più obesi.
Crollo della soddisfazione nei giovani fra 20 e 24 anni, da 45,8% del 2011 a 32,5% nel 2013. Cala anche la soddisfazione dei laureati (da 43,4% del 2012 a 41,7% del 2013) e dei residenti del Nord (da 40,6% a 39,5% dopo aver perso più di 8 punti nel 2012) che tuttavia resta sopra la media nazionale (35%).
Al Nord in calo anche quanti guardano al futuro con ottimismo (dal 27,1% del 2012 al 25,6% del 2013). La ricchezza netta complessiva degli Italiani cala del 2,9% nel 2012 anche se continua a restare tra le più alte d'Europa ma solo grazie all'elevata diffusione della proprietà dell'abitazione di residenza e dal contestuale elevato costo degli immobili e non per i redditi percepiti.
Si tratta quindi di una ricchezza ferma, conservativa, che non incide sul cosiddetto "reddito reale disponibile" che è quello che influenza i consumi. Infatti fra i più ricchi d'Europa gli Italiani continuano a veder calare la spesa per i consumi. Nel 2013 aumenta anche la propensione al risparmio (+12,8%) e sembra leggermente diminuito (intorno al 5%) il ricorso all'indebitamento. "Le famiglie - osserva il rapporto Istat-Cnel sul Bes - hanno dunque contratto i propri consumi per poter risparmiare e indebitarsi meno".
Il Rapporto, quindi, si pone l'obiettivo di rappresentare una guida utile per i policy maker, le parti sociali e il mondo della ricerca per identificare le priorità da affrontare nel breve e nel lungo periodo, per garantire un benessere equo e sostenibile a noi e alle generazioni future.
La povertà aumenta in Italia. Dal rapporto Istat-Cnel emerge che, secondo i dati 2012, la quota di persone povere è passata dal 5,7 all'8%. Cala l'occupazione: nel 2013 al 59,8% (il 68,5% in Ue). Sempre più donne lavorano fuori casa e restano le difficoltà per conciliare gli impegni in presenza di figli piccoli. Grandi esclusi dal mondo del lavoro i giovani, mentre al sud è marcata l'incidenza di lavoratori non regolari (19%). Gli italiani vivono di più, 79,6 anni gli uomini e 84,4 le donne, ma più stressati e più obesi.
Crollo della soddisfazione nei giovani fra 20 e 24 anni, da 45,8% del 2011 a 32,5% nel 2013. Cala anche la soddisfazione dei laureati (da 43,4% del 2012 a 41,7% del 2013) e dei residenti del Nord (da 40,6% a 39,5% dopo aver perso più di 8 punti nel 2012) che tuttavia resta sopra la media nazionale (35%).
Al Nord in calo anche quanti guardano al futuro con ottimismo (dal 27,1% del 2012 al 25,6% del 2013). La ricchezza netta complessiva degli Italiani cala del 2,9% nel 2012 anche se continua a restare tra le più alte d'Europa ma solo grazie all'elevata diffusione della proprietà dell'abitazione di residenza e dal contestuale elevato costo degli immobili e non per i redditi percepiti.
Si tratta quindi di una ricchezza ferma, conservativa, che non incide sul cosiddetto "reddito reale disponibile" che è quello che influenza i consumi. Infatti fra i più ricchi d'Europa gli Italiani continuano a veder calare la spesa per i consumi. Nel 2013 aumenta anche la propensione al risparmio (+12,8%) e sembra leggermente diminuito (intorno al 5%) il ricorso all'indebitamento. "Le famiglie - osserva il rapporto Istat-Cnel sul Bes - hanno dunque contratto i propri consumi per poter risparmiare e indebitarsi meno".
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