martedì 4 febbraio 2014

Rapporto corruzione Ue, dichiarazione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Patroni Griffi

Il report dell’Unione europea sulla corruzione in Italia riconosce che il nostro Paese ha fatto passi in avanti “significativi” nella lotta contro questo fenomeno.







Soprattutto viene affermato il cambio di prospettiva: la centralità che hanno assunto le politiche di prevenzione e di responsabilità all’interno della pubblica amministrazione e della classe politica, per “bilanciare il fardello della corruzione”, cioè per contrastarlo.

Il rapporto inoltre suggerisce ulteriori misure, alcune delle quali già avviate. Penso alla trasparenza della dichiarazione dei redditi degli ufficiali pubblici. Penso anche alla legge sul finanziamento dei partiti. Penso all’individuazione di un’autorità nazionale anticorruzione. Sono tutti provvedimenti che sono già legge.

Ci sono altri passi in avanti da fare, per esempio sul tema delle incompatibilità. Esiste per i dipendenti pubblici il decreto legislativo n. 39 su incompatibilità e inconferibilità degli incarichi. Pochi giorni fa il governo ha approvato un disegno di legge che introduce il regime fortemente limitativo tra le cariche in importanti enti pubblici e gli incarichi in società private, fino a prevedere l’esclusività delle cariche più rilevanti.

Per quanto riguarda la parte penale sono note le criticità evidenziate al nostro Paese. Un primo passo potrà essere compiuto affrontando il tema dell’autoriciclaggio, la cui introduzione ci viene richiesta da più organismi internazionali e che è contenuta nel rapporto della commissione anti-criminalità organizzata istituita dal presidente del Consiglio, Enrico Letta.

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