"La cancellazione della presenza materna è la negazione di un diritto civile, come ha sentenziato la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo".
Così Loredana Taddei, Responsabile delle Politiche di Genere della Cgil, commenta la sentenza della Corte di Strasburgo che ha condannato l'Italia per aver violato i diritti negando la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre anziché quello del padre.
"E' tempo - aggiunge la sindacalista della Cgil - che anche nel nostro Paese si garantisca il diritto di attribuire ai figli il cognome della madre, con norme chiare e non farraginose, come avviene da anni in molti paesi europei, che pongano fine a discriminazioni tra coniugi e nei confronti dei minori, e rispettino il principio di parità tra i sessi".
"E' tempo - aggiunge la sindacalista della Cgil - che anche nel nostro Paese si garantisca il diritto di attribuire ai figli il cognome della madre, con norme chiare e non farraginose, come avviene da anni in molti paesi europei, che pongano fine a discriminazioni tra coniugi e nei confronti dei minori, e rispettino il principio di parità tra i sessi".
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