E’ un
bollettino di guerra quello registrato nelle ultime settimane per le morti
sulle strade del Molise. Non vi è stata tregua, ogni giorno una vittima che ha
lasciato vuoti incolmabili nelle vite di chi resta. E’ da
chiedersi per quale motivo si muore sulle nostre strade e il perché sono così
aumentati i casi di sinistri dagli esiti nefasti. Non vogliamo comunque intralciare il lavoro
degli elucubratori e degli esperti che vanno accingendosi alle considerazioni
su questi casi.
Sulle strade
molisane si muore oltre che di incidenti anche di vecchiaia.
Provate a
percorrere da Venafro a Campobasso la statale e vedrete che ci darete ragione. Noi lo
abbiamo fatto rispettando i limiti di velocità imposti dall’Anas: seguiteci. Venendo da
Venafro in direzione Isernia per poi procedere in direzione Campobasso, vi sono
limiti di velocità tali da non poter sbagliare. Abbiamo provato a percorrere la
via in questione rispettando esattamente ogni vincolo, ogni limite. Partenza
ore 9:00 da Venafro. Limiti che variano da 40 a 70 km orari nel giro di pochi
chilometri. Giungiamo a Isernia tangenziale nord in 29’ e 30”. Vi sono lunghissimi tratti che vanno per chilometri
partendo da Pesche per giungere a Castel Petroso, dove vi è la doppia striscia
continua che non lascia speranze: bisogna andare piano. Arriviamo in fondo al rettilineo
di Indiprete – in discesa – con freno pigiato è impossibile anche in questo
caso il sorpasso, se un’auto o un mezzo agricolo viaggia al di sotto dei 50 km.
orari. Si giunge sulla pianura che conduce a Boiano, ed è qui che sforiamo i 90
km orari, per poi rallentare sui 70 in prossimità del distributore di benzina a
Campochiaro, per poi lanciarci di nuovo sui 90 orari. Ed eccoci all’interruzione
del bivio di Boiano – tempo di percorrenza rispettando i limiti imposti: 46 minuti -. Intanto entriamo nella
città matesina percorrendo scorciatoie che ci conducono in una gimcana tra vie
e viuzze in prossimità del passaggio a livello, per reimmetterci sulla
nazionale. Sbarre chiuse in attesa del treno e un pit -stop di 14 minuti per far defluire il traffico
per poi ripartire. Con tranquillità giungiamo alla rotonda che conduce in
direzione Campobasso/Benevento: tempo di percorrenza parziale fin qui di 78 minuti. Ci avviamo in direzione
Campobasso in salita sulla statale, passiamo, lasciandoci a destra l’hotel Le
Cupolette, senza poter sorpassare e con un’andatura – sempre rispettando i
limiti – tra i 60 e i 70 km orari.
Ecco le
gallerie, i rallentamenti dei veicoli pesanti e giungiamo al primo ingresso del
capoluogo che conduce a Porta Napoli, con il tempo anti record di 103 minuti esatti.
Precisando che ai 5 posti di blocco
di carabinieri e polizia stradale - incontrati nel tragitto - non siamo stati
fermati. Come non abbiamo incontrato
postazioni mobili autovelox. Nel
frattempo, la barba è cresciuta di un millimetro imbiancandosi. I nervi a fior
di pelle, con lo stomaco alterato da succhi gastrici saliti su, nel tentativo
di comprendere per quale motivo, si blocca una statale per un anno, quando per
realizzare dei lavori sarebbero bastati due mesi. Ed ancora, il perché di
segnali di limite di velocità bizzarri, le lunghe strisce bianche doppie e continue
su rettilinei aperti alla visuale che proiettano l’automobilista in bilico, tra
la trasgressione della velocità e l’asfissia della lentezza di un bradipo.
In queste
logoranti riflessioni è percepibile l’avversità al rispetto di regole assurde
imposte da una segnaletica inappropriata, realizzata, non per mettere in sicurezza
gli automobilisti, ma per escludere da responsabilità penali e civili chi ha l’onere
della gestione della viabilità. In questo
contesto forse, sono riconducibili le morti che troppo frequentemente si stanno
registrando sulle nostre vie. Il nervoso
che pervade gli automobilisti alla guida, generato dalla fretta di giungere in
un luogo in orario. Tutti bloccati sui volanti da strade inappropriate e
segnali limitanti la velocità, conducono all’osare, a compiere manovre azzardate
e letali. Non
dimentichiamo l’idea dell’autostrada inopportuna, che ancora campeggia nella
mente di qualche politico: rendete percorribili, veloci e sicure le strade esistenti,
ne guadagneremo di salute – certamente - e forse, anche questa landa desolata
che porta il nome di Molise, potrà trovare qualcuno disponibile a passarci 3
giorni di ferie.
P.T.
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