La visita del Presidente Nazionale delle ACLI, Gianni Bottalico in Molise del 29 e 30 gennaio, segna un attenzione nei confronti della comunità molisana che merita massimo apprezzamento da parte del Movimento Regionale dei Cristiano Sociali, accomunati da valori ideali e da visioni di reciprocità, pace e solidarietà con le ACLI.
A Campobasso si è svolta la Marcia Nazionale della Pace il 31 dicembre scorso e sono diverse le scuole molisane disponibili a raccogliere l’invito del Provveditorato agli Studi di concorrere al Meeting di Assisi del 14 e 15 aprile sul tema della fraternità francescana e degli esempi di impegno per il dialogo e la pace espressi dal Molise nel corso del tempo.
Nei prossimi giorni sarà in Molise il Ministro dell’Integrazione per confrontarsi con le associazioni umanitarie e le organizzazioni di volontariato, tra cui le ACLI che hanno promosso progetti di formazione e orientamento destinati agli immigrati con particolare riferimento al settore agricolo, a conferma di una capacità di unire i principi dell’accoglienza con l’attività concreta avviata sul territorio.
Le ACLI sono un riferimento culturale saldo in questa epoca di guitti e saltimbanchi, animati da carrierismo sterile e trasformismo mercenario. I valori del cristianesimo sociale ci dovranno e potranno sostenere in un passaggio delicato della vicenda istituzionale, economica e produttiva del Molise, in cui alle urla scomposte dei cortigiani colpiti per l’eliminazione dei loro privilegi dovranno sostituirsi la valorizzazione del merito, dei talenti, delle competenze, della sobrietà e dei concorsi pubblici.
Spetta alla classe dirigente dare l’esempio tagliando i costi della politica, ma è tutta la società molisana che dovrà riappropriarsi del proprio futuro ripartendo dai doveri, dalle responsabilità e da una messa in discussione di una cultura dei consumi e della clientela che ha devastato l’etica e la morale dei molisani.
Nei prossimi giorni sarà in Molise il Ministro dell’Integrazione per confrontarsi con le associazioni umanitarie e le organizzazioni di volontariato, tra cui le ACLI che hanno promosso progetti di formazione e orientamento destinati agli immigrati con particolare riferimento al settore agricolo, a conferma di una capacità di unire i principi dell’accoglienza con l’attività concreta avviata sul territorio.
Le ACLI sono un riferimento culturale saldo in questa epoca di guitti e saltimbanchi, animati da carrierismo sterile e trasformismo mercenario. I valori del cristianesimo sociale ci dovranno e potranno sostenere in un passaggio delicato della vicenda istituzionale, economica e produttiva del Molise, in cui alle urla scomposte dei cortigiani colpiti per l’eliminazione dei loro privilegi dovranno sostituirsi la valorizzazione del merito, dei talenti, delle competenze, della sobrietà e dei concorsi pubblici.
Spetta alla classe dirigente dare l’esempio tagliando i costi della politica, ma è tutta la società molisana che dovrà riappropriarsi del proprio futuro ripartendo dai doveri, dalle responsabilità e da una messa in discussione di una cultura dei consumi e della clientela che ha devastato l’etica e la morale dei molisani.
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