"L'Agenzia delle Entrate non ha diretta competenza sul canone Rai, il direttore Befera invece di fare lo sceriffo delle tasse si occupi delle sue prerogative ed eviti invasioni di campo".
Lo afferma il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, riferendosi alle dichiarazioni in materia di Attilio Befera, in audizione nella commissione di vigilanza sull'Anagrafe tributaria, per il quale "è sbagliato" parlare di canone Rai, perchè con questa definizione il contribuente ipotizza che può scegliere di pagare o meno, mentre non è un abbonamento ma un tributo erariale".
"L'obiettivo di eliminare l'evasione sul canone - spiega Anzaldi - è assolutamente condivisibile e da sostenere. Il canone Rai, però, non è equiparabile a un semplice tributo, non ha lo stesso profilo ed eventuali cambiamenti della normativa spettano al Parlamento, di certo non ad un'agenzia statale che ha compiti esecutivi. I tributi prevedono riduzioni ed esenzioni, a seconda dei casi.
Tra l'altro, nel caso in cui si voglia dotare la Rai di strumenti diversi per la riscossione del canone, andrebbe anche chiarito con certezza a cosa sarebbero destinati gli eventuali introiti aggiuntivi. I cittadini non potrebbero sopportare che i maggiori ricavi servano per aumentare spese inutili o appalti esterni.
Prima la Rai - aggiunge Anzaldi - deve presentare un piano di ristrutturazione che preveda l'eliminazione degli sprechi e l'ottimizzazione delle risorse, anche ridimensionando quelle strutture che rispetto alla concorrenza sono molto più pesanti.
"L'obiettivo di eliminare l'evasione sul canone - spiega Anzaldi - è assolutamente condivisibile e da sostenere. Il canone Rai, però, non è equiparabile a un semplice tributo, non ha lo stesso profilo ed eventuali cambiamenti della normativa spettano al Parlamento, di certo non ad un'agenzia statale che ha compiti esecutivi. I tributi prevedono riduzioni ed esenzioni, a seconda dei casi.
Tra l'altro, nel caso in cui si voglia dotare la Rai di strumenti diversi per la riscossione del canone, andrebbe anche chiarito con certezza a cosa sarebbero destinati gli eventuali introiti aggiuntivi. I cittadini non potrebbero sopportare che i maggiori ricavi servano per aumentare spese inutili o appalti esterni.
Prima la Rai - aggiunge Anzaldi - deve presentare un piano di ristrutturazione che preveda l'eliminazione degli sprechi e l'ottimizzazione delle risorse, anche ridimensionando quelle strutture che rispetto alla concorrenza sono molto più pesanti.
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