Fiscal drag e perdita di reddito disponibile, persi ben 1.040 euro in 5 anni. A lanciare l'allarme è la Cisl che oggi ha presentato un'indagine sulle dichiarazioni dei redditi del 2012 dei contribuenti che si sono rivolti ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf) della Confederazione nel corrente anno.
"Molto forte - sottolinea la relazione - è l'incremento delle addizionali comunali e regionali. Il loro ammontare complessivo nel 2012 è in media di 408 euro: in crescita del 6% rispetto al 2011 e di oltre il 31% sul 2010".
In particolare, con riferimento al fiscal drag, l'indagine mostra come il mancato adeguamento dell'imposta all'inflazione durante il periodo 2007-2012 abbia determinato un minor reddito disponibile. I contribuenti Caf-Cisl hanno cumulato, nel periodo considerato, una perdita pari al 5,83% del reddito 2012 (circa 1040 euro): tale perdita e' sopportata soprattutto dalle classi centrali (tra 10 e 55 mila euro di reddito complessivo 2012).
Tra 29 e 50mila euro la percentuale di reddito "perso" supera il 6%. Restano poco o per nulla toccati dal fenomeno - evidenzia lo studio del Dipartimento di Democrazia economica e Fisco del sindacato, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell'economia dell'Università di Firenze - i contribuenti all'interno della no tax area, molti dei quali con un'imposta netta pari a zero nei due scenari, "così come rimangono solo marginalmente sfiorati dal fenomeno i redditi alti e medio alti (sopra i 55mila euro l'entità del fenomeno è relativamente contenuta; è minima per i redditi superiori a 150mila euro)".
I lavoratori dipendenti subiscono più di tutti il mancato adeguamento del meccanismo Irpef all'inflazione e per loro la perdita di reddito cumulata, a valori 2012, è stimata al 6%.
In particolare, con riferimento al fiscal drag, l'indagine mostra come il mancato adeguamento dell'imposta all'inflazione durante il periodo 2007-2012 abbia determinato un minor reddito disponibile. I contribuenti Caf-Cisl hanno cumulato, nel periodo considerato, una perdita pari al 5,83% del reddito 2012 (circa 1040 euro): tale perdita e' sopportata soprattutto dalle classi centrali (tra 10 e 55 mila euro di reddito complessivo 2012).
Tra 29 e 50mila euro la percentuale di reddito "perso" supera il 6%. Restano poco o per nulla toccati dal fenomeno - evidenzia lo studio del Dipartimento di Democrazia economica e Fisco del sindacato, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell'economia dell'Università di Firenze - i contribuenti all'interno della no tax area, molti dei quali con un'imposta netta pari a zero nei due scenari, "così come rimangono solo marginalmente sfiorati dal fenomeno i redditi alti e medio alti (sopra i 55mila euro l'entità del fenomeno è relativamente contenuta; è minima per i redditi superiori a 150mila euro)".
I lavoratori dipendenti subiscono più di tutti il mancato adeguamento del meccanismo Irpef all'inflazione e per loro la perdita di reddito cumulata, a valori 2012, è stimata al 6%.
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