lunedì 7 ottobre 2013

Infrastrutture, Rapporto Confesercenti-Ref: "Aumenta il ritardo italiano, dal 2009 la spesa pro-capite giù del 25%"

La crisi aumenta il ritardo infrastrutturale dell’economia italiana, tagliando gli investimenti e bloccando i cantieri. 









Secondo le elaborazioni Confesercenti-Ref, da dopo il 2009, quando si sono resi necessari interventi di grande portata sui conti al fine di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, il contenimento della spesa si sia concentrato sul versante degli investimenti: la spesa media pro-capite per infrastrutture è scesa, in quattro anni, quasi del 25%. Facendo 100 la spesa per persona del 2000, si è passati da circa 161 euro del 2009 a poco più di 120 di oggi. Ha continuato ad aumentare, invece, la spesa corrente, insieme all’elenco delle opere mai terminate, dalla Metro C di Roma alla Salerno Reggio Calabria, passando per il mancato completamento delle infrastrutture stradali previste per l’Expo 2015 di Milano.

“Dal nostro rapporto – commenta Confesercenti – emerge un quadro preoccupante dell’infrastrutturazione dell’economia italiana. Bisogna assolutamente invertire la rotta: più infrastrutture non vogliono dire solo un Paese più unito ed efficiente, ma sono anche indispensabili per il turismo, che costituisce uno dei settori economici più importanti d’Italia, il cui peso arriva a sfiorare il 6% del nostro PIl. E che parte svantaggiato rispetto ai nostri competitor internazionali anche per la carenza infrastrutturale”.

Qualità delle infrastrutture: Italia sorpassata anche dal Kenya

A dare ulteriormente il polso della dotazione è la posizione nelle classifiche internazionali. Gli indicatori mostrano una posizione preoccupante del nostro Paese: nel 2012-2013, nel ranking globale l’Italia è 82esima posizione, scivolando di 3 posizioni rispetto al biennio precedente. Nelle retrovie, insomma, e non solo per quanto riguarda la media europea: siamo stati sorpassati anche da Kenia, Uruguay e Botswana.

Servizio idrico: si spreca troppa acqua per inadeguatezza delle reti di trasporto

Un altro settore in cui l’Italia presenta un consistente ritardo infrastrutturale rispetto al resto d’Europa riguarda il trasporto dell’acqua. La Commissione Europea è molto attenta alle tematiche ambientali, e recentemente ha rilevato, nell’ambito dello sviluppo di una politica dell’acqua a livello europeo, come non sia necessario implementare target di efficienza uniformi su tutto il territorio, in quanto le differenze nell’efficienza del servizio e delle infrastrutture sono macroscopiche.

È in effetti sconfortante osservare come l’Italia si collochi tra i paesi con valori ancora elevatissimi di spreco, in termini di acqua dispersa dalle reti in fase di trasporto da dove viene prelevata al territorio urbano. Quasi metà (circa il 43%) dell’acqua trasportata dalle reti in Italia va perduta dal punto in cui viene prelevata fino al raggiungimento delle aree urbane. È un dato che definisce inequivocabilmente l’inadeguatezza della dotazione infrastrutturale, soprattutto se paragonato agli altri paesi europei che presentano sempre percentuali inferiori rispetto all’Italia.

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