Mi permetto, come atto dovuto per impegni presi e per onestà intellettuale, di entrare nel merito delle brutte pagine che in questi giorni si stanno scrivendo sulla questione dell’industria tessile ITR di Pettoranello di Molise.
Come bene ricorderanno le SS.LL., pochi giorni prima dell’ultima competizione elettorale regionale, mi permisi di organizzare, con l’approvazione di tutte le parti in causa, un incontro tra candidati alla carica di governatore della regione Molise, la proprietà dell’azienda ITR, le OO.SS., le RSU, tutto il personale e la stampa, al fine di rimuovere dubbi su quanto si stava profilando sul futuro del polo tessile.
L’evento, solo parzialmente mediatico ma dalle motivazioni più profonde, legate al futuro dei lavoratori e dell’azienda stessa, produsse una discussione serrata ma pacata. Uscirono fuori tutte le motivazioni di parte ed ognuno assunse le responsabilità che derivavano dal proprio ruolo o da quello futuro.
Lungi dal voler entrare nel merito delle accuse reciproche che gli attori in campo si stanno lanciando in queste ore a mezzo stampa, ritengo però doveroso oltre che utile, far risentire le mie considerazione. Utile, perché in qualità di cittadino attento alle problematiche sociali, credo di dovermi preoccupare di tutto ciò possa riguardare la vita di persone poste di fronte ad un futuro lavorativo fatto di incertezze (quando va bene) e di tensioni personali e sociali e perché tengo a cuore le sorti di questa regione che, per quanto bistrattata, amo; doveroso perché, a suo tempo, presi l’impegno di seguire l’evoluzione dei fatti e delle possibili future criticità, onde poter segnalare, anche con indignazione, sviluppi non consoni all’eliminazione dei problemi evidenziati a suo tempo.
Adesso conosco anche meglio le persone coinvolte nell’agone mediatico ma carico di contenuti drammatici e posso dire, senza ombra di falsità ideologica e fino a prova contraria, che ritengo le parti in causa degne di rispetto.
Premesso ciò, devo ricordare che le fasi della discussione a suo tempo prodottasi portarono sostanzialmente i canditati presidenti (quelli presenti) a dichiarare di voler sostenere il percorso dell’azienda ITR una volta alla guida dell’ente regione. Devo però anche far notare, come già in quella stessa circostanza, quanto sia inusuale che il titolare di un’attività imprenditoriale si metta a disposizione in un confronto pubblico, si badi bene non in un tavolo istituzionale, bensì con sindacati, controparte, stampa e lavoratori!
Questo certamente va ascritto a merito del dott. Bianchi, che non si sottrasse a qualsivoglia possibile attacco e, immodestamente, al sottoscritto che diede garanzie di una discussione franca e leale quale è stata. Ricordo perfettamente che chiesi agli attori della vicenda di supportare le loro posizioni con atti scritti se richiesti, così come ricordo chiaramente che l’azienda portò in sede di discussione un carteggio corposissimo, che mise a disposizione dei presenti e che consegnò al sottoscritto come garante dell’iniziativa.
Ecco, a suo tempo mi offrii come garante e come tale credo di dover far risentire la mia voce. Pertanto, alla luce delle ultime avvelenate missive e delle preoccupazioni fatte trapelare sul futuro dei lavoratori e dell’azienda, sento forte il dovere di chiedere un incontro tra le parti, convinto che possa uscirne un segnale di distensione e atti conseguenti finalizzati alla tranquillità dei dipendenti, del mondo satellite dell’azienda e dell’azienda medesima che, al contrario del passato, non sta producendo fallimenti o banca rotta a conoscenza di chi scrive.
L’evento, solo parzialmente mediatico ma dalle motivazioni più profonde, legate al futuro dei lavoratori e dell’azienda stessa, produsse una discussione serrata ma pacata. Uscirono fuori tutte le motivazioni di parte ed ognuno assunse le responsabilità che derivavano dal proprio ruolo o da quello futuro.
Lungi dal voler entrare nel merito delle accuse reciproche che gli attori in campo si stanno lanciando in queste ore a mezzo stampa, ritengo però doveroso oltre che utile, far risentire le mie considerazione. Utile, perché in qualità di cittadino attento alle problematiche sociali, credo di dovermi preoccupare di tutto ciò possa riguardare la vita di persone poste di fronte ad un futuro lavorativo fatto di incertezze (quando va bene) e di tensioni personali e sociali e perché tengo a cuore le sorti di questa regione che, per quanto bistrattata, amo; doveroso perché, a suo tempo, presi l’impegno di seguire l’evoluzione dei fatti e delle possibili future criticità, onde poter segnalare, anche con indignazione, sviluppi non consoni all’eliminazione dei problemi evidenziati a suo tempo.
Adesso conosco anche meglio le persone coinvolte nell’agone mediatico ma carico di contenuti drammatici e posso dire, senza ombra di falsità ideologica e fino a prova contraria, che ritengo le parti in causa degne di rispetto.
Premesso ciò, devo ricordare che le fasi della discussione a suo tempo prodottasi portarono sostanzialmente i canditati presidenti (quelli presenti) a dichiarare di voler sostenere il percorso dell’azienda ITR una volta alla guida dell’ente regione. Devo però anche far notare, come già in quella stessa circostanza, quanto sia inusuale che il titolare di un’attività imprenditoriale si metta a disposizione in un confronto pubblico, si badi bene non in un tavolo istituzionale, bensì con sindacati, controparte, stampa e lavoratori!
Questo certamente va ascritto a merito del dott. Bianchi, che non si sottrasse a qualsivoglia possibile attacco e, immodestamente, al sottoscritto che diede garanzie di una discussione franca e leale quale è stata. Ricordo perfettamente che chiesi agli attori della vicenda di supportare le loro posizioni con atti scritti se richiesti, così come ricordo chiaramente che l’azienda portò in sede di discussione un carteggio corposissimo, che mise a disposizione dei presenti e che consegnò al sottoscritto come garante dell’iniziativa.
Ecco, a suo tempo mi offrii come garante e come tale credo di dover far risentire la mia voce. Pertanto, alla luce delle ultime avvelenate missive e delle preoccupazioni fatte trapelare sul futuro dei lavoratori e dell’azienda, sento forte il dovere di chiedere un incontro tra le parti, convinto che possa uscirne un segnale di distensione e atti conseguenti finalizzati alla tranquillità dei dipendenti, del mondo satellite dell’azienda e dell’azienda medesima che, al contrario del passato, non sta producendo fallimenti o banca rotta a conoscenza di chi scrive.
Infine, sento il dovere di spronare il presidente Frattura ad accettare in tempi brevi l’incontro suggerito, anche per dimostrare senza reticenze, in parallelo con quanto concesso a suo tempo dal dott. Bianchi, di voler puntare alla risoluzione dei problemi con chiarezza e perché no, proprio perché non voglio sottrarmi a nessuna responsabilità, ovviamente intellettuale, anche questa volta, se utile, mi rendo disponibile per il medesimo ruolo di moderatore. La verità verrà a galla, ne sono certo, così come la giustizia sociale. Il mio recapito è noto a tutti voi.
P.S. La mia totale solidarietà va anche a tutti gli altri settori colpiti dalla crisi. Particolare affetto, comprensione, stima ed eventuale sostegno ai compagni lavoratori della DR motor ingiustamente puniti per aver rivendicato il pane con lotte civilissime.
Infine, a coloro i quali ritengono di sottolineare il mio impegno sui problemi della ITR diversamente da altri settori, faccio notare che anche altrove porto la mia presenza fisica molto frequentemente (non sempre, avendo ancora qualche problema tanto con l’ubiquità quanto con i fondi che non corrispono esattamente a quelli di un politico di professione) ma che non ho possibilità diverse di intervenire se non richiesto.
P.S. La mia totale solidarietà va anche a tutti gli altri settori colpiti dalla crisi. Particolare affetto, comprensione, stima ed eventuale sostegno ai compagni lavoratori della DR motor ingiustamente puniti per aver rivendicato il pane con lotte civilissime.
Infine, a coloro i quali ritengono di sottolineare il mio impegno sui problemi della ITR diversamente da altri settori, faccio notare che anche altrove porto la mia presenza fisica molto frequentemente (non sempre, avendo ancora qualche problema tanto con l’ubiquità quanto con i fondi che non corrispono esattamente a quelli di un politico di professione) ma che non ho possibilità diverse di intervenire se non richiesto.

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