Tengono solo le esportazioni di prodotti alimentari e di prodotti in ferro e acciaio, male tutti gli altri settori; bene l’export verso l’America, con segno negativo l’esportazioni verso l’Europa, l’Asia, l’Africa e l’Oceania.
Nella media dei primi nove mesi del 2012 la dinamica tendenziale dell’export è positiva per tutte le macroaree geografiche dell’Italia, anche se con molte difficoltà nel corso dell’anno. Le regioni insulari (+17,1%) e del Centro (+6,6%) presentano una crescita superiore alla media nazionale (pari al 3,5%), mentre l’Italia meridionale è pressoché stazionaria (+0,1%).
Le regioni che contribuiscono maggiormente alla crescita dell’export nei primi nove mesi del 2012 (e che da sole rappresentano circa il 75% dell’aumento delle esportazioni nazionali) sono Lombardia (+3,7%), Toscana (+8,6%), Sicilia (+16,8%) ed Emilia Romagna (+3,6%). Tra le altre regioni si segnalano Puglia (+8,3%), Lazio (3,8%), Marche (+4,8%) e Umbria (+8,4%). Marcate flessioni si registrano per Basilicata (-24,5%), Valle d’Aosta (-10,6%) e Friuli-Venezia Giulia (-9,6%).
Con un valore totale pari circa a 291 milioni di euro, che rappresentano l’1,6% del valore totale delle regioni meridionali, purtroppo il Molise, nei primi nove mesi del 2012, vede una diminuzione del valore delle merci esportate del 9%, sintesi soprattutto della flessione pari a -12,4% registrata dalla provincia di Campobasso (che pesa sul totale del valore regionale per il 67% circa), mentre nella provincia di Isernia la diminuzione è stata pari a -1,5%.
Cala anche il valore delle merci importate che, con un valore che supera di poco i 300 milioni, registra una diminuzione di -23,9% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente. Il saldo di bilancia commerciale, a differenza di ciò che succede per l’Italia e per le regioni del Sud, resta negativo, con il valore delle merci importate che supera quelle esportate di circa 9 milioni.
A livello merceologico tengono nelle esportazioni solo i prodotti alimentari (+24% rispetto al periodo gennaio/settembre di un anno fa), la cui importanza sul totale dell’export regionale continua a crescere, ponendo tale settore al terzo posto, dopo i prodotti chimici e i prodotti finiti diversi: rientrano in quest’ultimo gruppo i vestiti ed accessori di abbigliamento, calzature, mobili articoli da viaggio, borse e contenitori simili ecc.
Le regioni che contribuiscono maggiormente alla crescita dell’export nei primi nove mesi del 2012 (e che da sole rappresentano circa il 75% dell’aumento delle esportazioni nazionali) sono Lombardia (+3,7%), Toscana (+8,6%), Sicilia (+16,8%) ed Emilia Romagna (+3,6%). Tra le altre regioni si segnalano Puglia (+8,3%), Lazio (3,8%), Marche (+4,8%) e Umbria (+8,4%). Marcate flessioni si registrano per Basilicata (-24,5%), Valle d’Aosta (-10,6%) e Friuli-Venezia Giulia (-9,6%).
Con un valore totale pari circa a 291 milioni di euro, che rappresentano l’1,6% del valore totale delle regioni meridionali, purtroppo il Molise, nei primi nove mesi del 2012, vede una diminuzione del valore delle merci esportate del 9%, sintesi soprattutto della flessione pari a -12,4% registrata dalla provincia di Campobasso (che pesa sul totale del valore regionale per il 67% circa), mentre nella provincia di Isernia la diminuzione è stata pari a -1,5%.
Cala anche il valore delle merci importate che, con un valore che supera di poco i 300 milioni, registra una diminuzione di -23,9% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente. Il saldo di bilancia commerciale, a differenza di ciò che succede per l’Italia e per le regioni del Sud, resta negativo, con il valore delle merci importate che supera quelle esportate di circa 9 milioni.
A livello merceologico tengono nelle esportazioni solo i prodotti alimentari (+24% rispetto al periodo gennaio/settembre di un anno fa), la cui importanza sul totale dell’export regionale continua a crescere, ponendo tale settore al terzo posto, dopo i prodotti chimici e i prodotti finiti diversi: rientrano in quest’ultimo gruppo i vestiti ed accessori di abbigliamento, calzature, mobili articoli da viaggio, borse e contenitori simili ecc.
Nei primi 9 mesi del 2012 sono aumentate anche le esportazioni di prodotti finiti classificati principalmente secondo la materia prima del 29,6% ed in particolare l’esportazione di prodotti in ferro e acciaio, di articoli di minerali non metallici, carta, cartoni e lavori di pasta cellulosa.
Purtroppo ad incidere sul risultato negativo dell’export del Molise contribuiscono le forti diminuzioni di esportazioni di prodotti chimici (-6,0%), di macchinari e materiale di trasporto (-47,9%) e di prodotti finiti diversi: in particolare per quest’ultimo settore pesano in maniera negativa le perdite registrate dalle diminuzioni di esportazioni di vestiti ed accessori di abbigliamento (-21,4%).
L’analisi per mercato di sbocco evidenzia ancora il rallentamento dell’Europa nell’acquisto delle nostre merci: a portare in rosso il bilancio contribuiscono principalmente le frenate di Paesi Bassi, Germania e Belgio, i cui acquisti sono diminuiti rispettivamente del 32,3%, del 20,5% e del 41,2%; cali pesanti soprattutto i primi due perché realizzati dai nostri principali partner commerciali.
A contenere i danni in Europa incide principalmente il risultato del Regno Unito capace di crescere di un robusto +21,6%. Bene anche i mercati oltreconfine diretti in America (nostro secondo mercato di sbocco, dopo quello europeo ovviamente) che fanno registrare un +13,2%; male le esportazioni verso Asia (-23,6%), verso l’Africa (-7,5%) e verso l’Oceania e altri territori (-26,6%).
Purtroppo ad incidere sul risultato negativo dell’export del Molise contribuiscono le forti diminuzioni di esportazioni di prodotti chimici (-6,0%), di macchinari e materiale di trasporto (-47,9%) e di prodotti finiti diversi: in particolare per quest’ultimo settore pesano in maniera negativa le perdite registrate dalle diminuzioni di esportazioni di vestiti ed accessori di abbigliamento (-21,4%).
L’analisi per mercato di sbocco evidenzia ancora il rallentamento dell’Europa nell’acquisto delle nostre merci: a portare in rosso il bilancio contribuiscono principalmente le frenate di Paesi Bassi, Germania e Belgio, i cui acquisti sono diminuiti rispettivamente del 32,3%, del 20,5% e del 41,2%; cali pesanti soprattutto i primi due perché realizzati dai nostri principali partner commerciali.
A contenere i danni in Europa incide principalmente il risultato del Regno Unito capace di crescere di un robusto +21,6%. Bene anche i mercati oltreconfine diretti in America (nostro secondo mercato di sbocco, dopo quello europeo ovviamente) che fanno registrare un +13,2%; male le esportazioni verso Asia (-23,6%), verso l’Africa (-7,5%) e verso l’Oceania e altri territori (-26,6%).

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