La Tares, che da quest’anno sostituirà la Tarsu o la Tia, rischia di tramutarsi in una vera e propria stangata, soprattutto per gli imprenditori. A denunciarlo è la Cgia di Mestre.
Rispetto al 2012, gli aumenti medi stimati per l’anno in corso saranno molto pesanti:
- su un capannone di 1.200 mq l’aggravio sarà di 1.133 euro (+22,7%);
- su un negozio di 70 mq l’asporto dei rifiuti costerà 98 euro in più (+19,7%);
- su una abitazione civile di 114 mq l’applicazione della Tares comporterà un aumento di spesa di 73 euro (+29,1%).
"Questa situazione – sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – rasenta il paradosso. Con la crisi economica e il conseguente calo dei consumi, le famiglie e le imprese hanno prodotto meno rifiuti. Inoltre, grazie all’aumento della raccolta differenziata avvenuto in questi ultimi anni un po’ in tutta Italia, il costo per lo smaltimento degli stessi è diminuito. Detto ciò, con meno rifiuti e con una spesa per lo smaltimento più contenuta tutti dovrebbero pagare meno. Invece, anche con la Tares subiremo un ulteriore aggravio della tassazione".
Quali sono le ragioni di questi aumenti ?
In primo luogo, la Tares dovrà assicurare un gettito in grado di coprire interamente il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, vincolo non previsto con l’applicazione della Tarsu. In secondo luogo, si prevede una maggiorazione su tutti gli immobili pari a 0,3 euro al metro quadrato con la quale si andranno a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione pubblica, pulizia e manutenzione delle strade, etc.) Si tenga presente che i Comuni potranno elevare questa maggiorazione sino a 0,4 euro al metro quadrato.
Dall’analisi dei bilanci dei Comuni italiani (anno 2010) è emerso che lo scostamento tra quanto incassato con la Tarsu/Tia e il costo del servizio di raccolta e smaltimento ammonta a circa 0,9 miliardi di euro. Secondo la Cgia si tratta di una stima sottodimensionata: nell’analisi mancano i dati relativi alla Valle d’Aosta, inoltre non si è potuto tener conto del fatto che alcune Amministrazioni comunali esternalizzano il servizio di smaltimento dei rifiuti a società collegate.
- su un capannone di 1.200 mq l’aggravio sarà di 1.133 euro (+22,7%);
- su un negozio di 70 mq l’asporto dei rifiuti costerà 98 euro in più (+19,7%);
- su una abitazione civile di 114 mq l’applicazione della Tares comporterà un aumento di spesa di 73 euro (+29,1%).
"Questa situazione – sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – rasenta il paradosso. Con la crisi economica e il conseguente calo dei consumi, le famiglie e le imprese hanno prodotto meno rifiuti. Inoltre, grazie all’aumento della raccolta differenziata avvenuto in questi ultimi anni un po’ in tutta Italia, il costo per lo smaltimento degli stessi è diminuito. Detto ciò, con meno rifiuti e con una spesa per lo smaltimento più contenuta tutti dovrebbero pagare meno. Invece, anche con la Tares subiremo un ulteriore aggravio della tassazione".
Quali sono le ragioni di questi aumenti ?
In primo luogo, la Tares dovrà assicurare un gettito in grado di coprire interamente il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, vincolo non previsto con l’applicazione della Tarsu. In secondo luogo, si prevede una maggiorazione su tutti gli immobili pari a 0,3 euro al metro quadrato con la quale si andranno a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione pubblica, pulizia e manutenzione delle strade, etc.) Si tenga presente che i Comuni potranno elevare questa maggiorazione sino a 0,4 euro al metro quadrato.
Dall’analisi dei bilanci dei Comuni italiani (anno 2010) è emerso che lo scostamento tra quanto incassato con la Tarsu/Tia e il costo del servizio di raccolta e smaltimento ammonta a circa 0,9 miliardi di euro. Secondo la Cgia si tratta di una stima sottodimensionata: nell’analisi mancano i dati relativi alla Valle d’Aosta, inoltre non si è potuto tener conto del fatto che alcune Amministrazioni comunali esternalizzano il servizio di smaltimento dei rifiuti a società collegate.
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