giovedì 17 gennaio 2013

Sentenza Carugno. Si segua il metodo della costituzione in giudizio per ogni contenzioso

La sentenza di condanna inflitta dal Tribunale di Campobasso a carico dell’ex-dirigente regionale, Carugno, ha accolto la richiesta di risarcimento del danno avanzato dalla Regione Molise, opportunamente costituitasi in giudizio, dopo diverse sollecitazioni fatte nelle settimane successive all’arresto del dipendente pubblico. 








E’ stato disposto un primo pagamento per una provvisionale di 400 mila euro a fronte di una richiesta complessiva per 1,5 milioni di euro. Questo pronunciamento attesta che basta applicare la legge, tutelare la pubblica amministrazione in ogni sede, e costituirsi nei giudizi in itinere a salvaguardia   della Regione Molise per salvaguardare gli interessi generali,i beni comuni ed il patrimonio della collettività.

Prendo atto del positivo impegno del Servizio Avvocatura della Giunta che ha confermato che non c’è bisogno di pagare esose parcelle ad avvocati esterni per difendere gli interessi dell’Ente, e torno a sollecitare la revoca della Delibera Regionale che subordina la costituzione in giudizio nei contenziosi in itinere a specifica autorizzazione del Presidente e della stessa Giunta.

Il metodo seguito per il dirigente Carugno non può rappresentare un eccezione ma deve essere assunto a norma di riferimento per tutti i procedimenti aperti, a partire da quelli che coinvolgono i rappresentanti istituzionali, gli amministratori ed i dirigenti della Regione. E persiste l’esigenza di fare chiarezza sull’organizzazione interna del personale e sulle carenze di controlli preventivi sulla gestione delle risorse pubbliche, perché non si può affidare la correttezza corrente negli impegni di spesa affidati ai singoli dirigenti all’operato della Magistratura Penale.

La Regione Molise dispone di un Nucleo di Valutazione interno, di un sistema gerarchico sovraordinato e di una serie di figure che hanno l’obbligo di sapere ad horas qual è la liquidità disponibile, l’ammontare della cassa, le somme residue e la posta di bilancio iscritta in ogni capitolo e in ogni Unità Previsionale.

Si prenda atto delle inadeguatezze, degli errori e delle leggerezze pregresse, imputabili a una gestione dei fondi pubblici assolutamente anomala, e si adottino misure disciplinari nei confronti di chi doveva vigilare ed era retribuito per vigilare sull’operato di Carugno e non l’ha fatto.

Il personale regionale che quotidianamente adempie al proprio dovere, rispetta le leggi e agisce seguendo le direttive impartite, merita di essere tutelato nella propria onorabilità attraverso un’azione istituzionale che perseguendo chi viola le regole eviti ingiuste generalizzazioni.

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