giovedì 10 gennaio 2013

Federconsumatori: Le banche taglieggiano consumatori e famiglie

Non si può consentire alle banche italiane di taglieggiare in maniera così smaccata i consumatori, le famiglie e le piccole e medie imprese travolte dalla crisi.







La crisi sistemica causata dall’avidità dei banchieri, che ha prodotto l’aumento della pressione fiscale, l’aggravamento della disoccupazione (specie giovanile arrivata al 37%), la fiammata dell’inflazione pari al 4,3% per il carrello della spesa, il record del debito pubblico a 2.014 miliardi di euro, con un aumento di 102 miliardi di euro nell’ultimo anno, addossando costi occulti di 1.705 euro su ognuno dei 60 milioni di abitanti, la disperazione delle famiglie  e delle piccole e medie imprese che non trovano credito, è particolarmente aggravata in Italia, per le scorribande finanziarie delle banche, che in assenza di adeguati controlli di Bankitalia, fanno il bello e cattivo tempo utilizzando i 274 miliardi di euro di prestiti triennali Bce al tasso dell’1% per fare profitti, sia con l’acquisto dei titoli pubblici, che con manovre predatorie sui tassi.

Dal dicembre 2011,inizio dei prestiti triennali Bce, all’ottobre 2012, le banche italiane infatti, invece di assecondare le richieste di credito delle famiglie disperate e del mondo produttivo per attività imprenditoriali e contribuire così alla ripresa, hanno utilizzato le aste LTRO di dicembre 2011 e febbraio 2012,per finalità parassitarie, aumentando gli acquisti dei titoli di Stato, passati da 209,639 miliardi di euro a 340 miliardi di euro, con un incremento del 62,2% ed un volume maggiore di oltre 130 miliardi, ossia il 48% dei prestiti ricevuti dalla Bce, con ricavi annui netti delle cedole staccate sui Btp, di 4,02 miliardi di euro (12,06 miliardi nel triennio), quale differenza tra quanto pagato alla BCE (1%) e quanto incassato dagli interessi sui titoli di Stato italiani (4,37% in media).

Inoltre, manovrando arbitrariamente spread e tassi di interessi, hanno più che raddoppiato il differenziale sui mutui, che a novembre 2011 era pari a + 0,67% con  tassi pari al 4,60% praticati in Italia, contro il 3,93% della media Ue, mentre nell’ottobre 2012, tale differenziale lievitava a + 139, con la media dei tassi fissati in Italia al 4,88% rispetto al 3,49% della media Ue, impongono un ulteriore 'pizzo' di quasi 26.000 euro in più per un mutuo trentennale di 100.000 euro.

Non si può consentire alle banche italiane di taglieggiare in maniera così smaccata i consumatori, le famiglie e le piccole e medie imprese travolte dalla crisi, addossando loro  manovre così arbitrarie sui tassi ed un utilizzo così spregiudicato dei prestiti Bce, solo èper ripulire i bilanci e conseguire utili sulla pelle dell’intera economia e del Paese- hanno dichiarato Elio Lannutti e Rosario Trefiletti-presidenti di Adusbef e Federconsumatori.

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