Prezzi ancora troppo alti e mutui impossibili da ottenere o da sostenere. "I prezzi delle case in discesa segnano finalmente un’inversione di tendenza quanto mai necessaria, anche se ancora non sufficiente." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Abbiamo assistito, negli ultimi anni, ad un livello dei prezzi delle case eccessivamente elevato, anche quando, a causa della crisi economica, della perdita di potere di acquisto da parte delle famiglie e della forte resistenza delle banche nel concedere mutui, le vendite immobiliari hanno iniziato a registrare forti cali.
Nel 2012 tale contrazione supera il -20%, a fronte di una diminuzione dei prezzi attestata dall’Istat di appena il -3,2%. Un dato in linea con gli studi effettuati dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori (reperibili sul nostro sito), che hanno registrato una variazione minima, per non dire irrisoria, dei prezzi delle case nei centri metropolitani.
Questo vuol dire che non si è ancora sgonfiata la bolla speculativa sul mercato immobiliare. Si sono allungati i tempi necessari per l’acquisto, ma i prezzi non sono calati a sufficienza. Per l’acquisto di un appartamento-tipo (di 90 metri quadri in una zona semicentrale di una grande area metropolitana) si è passati da 15 anni di stipendio necessari nel 2001 a 18,4 anni nel 2012.
Sicuramente anche la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa (405 Euro annui medi a famiglia) non contribuisce in maniera positiva alla ripresa delle compravendite. Alla luce di questo andamento è chiaro ed evidente che per far ripartire il mercato immobiliare è necessario un ridimensionamento dei prezzi, coerentemente con le sane logiche di mercato, nonché una riduzione della tassazione, giunta ormai a livelli insostenibili.
Inoltre, per avviare una ripresa del mercato immobiliare, dando la possibilità alle famiglie ed ai giovani di "mettere su casa", è indispensabile da un lato avviare un maggiore controllo sugli spread eccessivamente alti applicati dalla banche, dall’altro studiare misure di sostegno e formule innovative (come ad esempio il rent to buy – case in affitto con la possibilità di riscatto).
Nel 2012 tale contrazione supera il -20%, a fronte di una diminuzione dei prezzi attestata dall’Istat di appena il -3,2%. Un dato in linea con gli studi effettuati dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori (reperibili sul nostro sito), che hanno registrato una variazione minima, per non dire irrisoria, dei prezzi delle case nei centri metropolitani.
Questo vuol dire che non si è ancora sgonfiata la bolla speculativa sul mercato immobiliare. Si sono allungati i tempi necessari per l’acquisto, ma i prezzi non sono calati a sufficienza. Per l’acquisto di un appartamento-tipo (di 90 metri quadri in una zona semicentrale di una grande area metropolitana) si è passati da 15 anni di stipendio necessari nel 2001 a 18,4 anni nel 2012.
Sicuramente anche la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa (405 Euro annui medi a famiglia) non contribuisce in maniera positiva alla ripresa delle compravendite. Alla luce di questo andamento è chiaro ed evidente che per far ripartire il mercato immobiliare è necessario un ridimensionamento dei prezzi, coerentemente con le sane logiche di mercato, nonché una riduzione della tassazione, giunta ormai a livelli insostenibili.
Inoltre, per avviare una ripresa del mercato immobiliare, dando la possibilità alle famiglie ed ai giovani di "mettere su casa", è indispensabile da un lato avviare un maggiore controllo sugli spread eccessivamente alti applicati dalla banche, dall’altro studiare misure di sostegno e formule innovative (come ad esempio il rent to buy – case in affitto con la possibilità di riscatto).
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