mercoledì 12 dicembre 2012

Piazza Fontana. Una strage rimasta impunita

Il 12 dicembre 1969 i servizi segreti deviati collusi con forze eversive fasciste aprirono la strategia della tensione con cinque bombe che esplosero o vennero disinnescate nel giro di 53 minuti tra Roma e Milano.






L’attentato più efferato si consumò a Piazza Fontana dove vennero uccise 17 persone e ferite 88, con un messaggio intimidatorio nei confronti del movimento operaio che reclamava diritti contrattuali e sociali. I tentativi di colpo di Stato del Generale De Lorenzo e quello del 1970 del Principe Borghese, appoggiati da movimenti della destra fascista, inquadrarano una stagione in cui i reazionari italiani provarono a fermare con la violenza le rivendicazioni dei lavoratori, degli studenti e dei movimenti per i diritti civili.

Dopo 43 anni quella strage è rimasta impunita grazie ai depistaggi di parte dei servizi segreti e nonostante innumerevoli elementi che videro coinvolti i militanti di ORDINE NUOVO, l’associazione eversiva fascista, Delfo Zorzi, riparato in Giappone, Carlo Digilio, Franco Freda, Giovanni Ventura, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni. Tra gli altri esponenti di ORDINE NUOVO si ricorda Stefano Delle Chiaie recentemente venuto in Molise a Campomarino a presentare un libro su iniziativa inopportuna e grave della locale amministrazione comunale.

Il Coordinamento Regionale ECO.DEM ricorda le vittime innocenti di Piazza Fontana, condanna senza appello gli autori di una strage terrificante e mette in guardia le forze democratiche italiane a rimanere sempre vigili in difesa della libertà e della democrazia, contro ogni fascismo e ogni violenza reazionaria.

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