Si definisca in tempi brevi una strategia di rilancio dell'intera struttura commerciale di Termoli. La Regione Molise non può lavarsene le mani!
Occorre agire con immediatezza e con una decisa strategia di rilancio per risolvere l'ennesima vertenza di lavoro che questa volta interessa i 55 dipendenti dell'ipermercato Carrefour e altre decine di lavoratori dell'indotto.
Il rischio serio che si corre, purtroppo anche per questa vicenda, è quello della chiusura in blocco della maggior parte delle attività commerciali presenti nel centro Sannicola. Un devastante effetto domino già preannunciato che sarà difficilmente evitabile se non si procede, con forza e con scelte di rilancio che abbiano prospettive più ampie, ad individuare la via maestra per il salvataggio dell'iperstore che, come è intuibile, ha un importante effetto traino per tutte le attività presenti nel centro commerciale di Termoli.
Ritengo che il percorso intrapreso in queste ore sia assolutamente condivisibile. E sarà il caso di ricordare che la strategia individuata ha incassato già un successo in una vicenda molto simile che coinvolse, qualche anno fa, un importante esercizio commerciale di Montenero di Bisaccia. Allora, a fronte della paventata chiusura, ci si adoperò per il subentro di un noto imprenditore del settore che successivamente rilevò l'attività e "salvò" decine di posti di lavoro.
Oggi diventa dirimente aprire ufficialmente questa vertenza di lavoro attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico, così come richiesto dal sindacato che sta seguendo passo dopo passo la vicenda. Un "tavolo" che veda il coinvolgimento dell'assessorato regionale al Lavoro, inspiegabilmente rimasto ancora immobile e in silenzio.
Dal confronto tra le parti, i sindacati e la proprietà dovrà necessariamente scaturire l'ipotesi di salvataggio da percorrere.
Individuare nuovi e potenziali acquirenti, consentire il riassorbimento delle maestranze ma soprattutto ripensare e lavorare ad un percorso chiaro e definito di rilancio dell'intero centro commerciale che rappresenta posti di lavoro e certezze di domani per centinaia di famiglie.
Il tema del lavoro, oggi come non mai, rappresenta il più duro nodo da sciogliere nella nostra terra: le decine di vertenze aperte che coinvolgono le grandi aziende ma anche le piccole imprese - che sono la parte viva dell'economia regionale- rappresentano il segnale evidente della necessità di un deciso cambio di passo nell'ambito delle politiche di sostegno e di sviluppo da mettere in campo.
Nell'ambito delle mie competenze e delle mie prerogative, confermo la massima disponibilità - ove ve ne fosse bisogno - ad incontrare i referenti sindacali e le maestranze che, in questo difficile momento, avvertono forte la necessità di una strategia di prospettiva e non di un semplice intervento tampone dettato dall'emergenza che - come purtroppo tante altre vicende ci hanno insegnato - difficilmente potrà consentire loro di guardare con fiducia e ottimismo al domani.
Il rischio serio che si corre, purtroppo anche per questa vicenda, è quello della chiusura in blocco della maggior parte delle attività commerciali presenti nel centro Sannicola. Un devastante effetto domino già preannunciato che sarà difficilmente evitabile se non si procede, con forza e con scelte di rilancio che abbiano prospettive più ampie, ad individuare la via maestra per il salvataggio dell'iperstore che, come è intuibile, ha un importante effetto traino per tutte le attività presenti nel centro commerciale di Termoli.
Ritengo che il percorso intrapreso in queste ore sia assolutamente condivisibile. E sarà il caso di ricordare che la strategia individuata ha incassato già un successo in una vicenda molto simile che coinvolse, qualche anno fa, un importante esercizio commerciale di Montenero di Bisaccia. Allora, a fronte della paventata chiusura, ci si adoperò per il subentro di un noto imprenditore del settore che successivamente rilevò l'attività e "salvò" decine di posti di lavoro.
Oggi diventa dirimente aprire ufficialmente questa vertenza di lavoro attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico, così come richiesto dal sindacato che sta seguendo passo dopo passo la vicenda. Un "tavolo" che veda il coinvolgimento dell'assessorato regionale al Lavoro, inspiegabilmente rimasto ancora immobile e in silenzio.
Dal confronto tra le parti, i sindacati e la proprietà dovrà necessariamente scaturire l'ipotesi di salvataggio da percorrere.
Individuare nuovi e potenziali acquirenti, consentire il riassorbimento delle maestranze ma soprattutto ripensare e lavorare ad un percorso chiaro e definito di rilancio dell'intero centro commerciale che rappresenta posti di lavoro e certezze di domani per centinaia di famiglie.
Il tema del lavoro, oggi come non mai, rappresenta il più duro nodo da sciogliere nella nostra terra: le decine di vertenze aperte che coinvolgono le grandi aziende ma anche le piccole imprese - che sono la parte viva dell'economia regionale- rappresentano il segnale evidente della necessità di un deciso cambio di passo nell'ambito delle politiche di sostegno e di sviluppo da mettere in campo.
Nell'ambito delle mie competenze e delle mie prerogative, confermo la massima disponibilità - ove ve ne fosse bisogno - ad incontrare i referenti sindacali e le maestranze che, in questo difficile momento, avvertono forte la necessità di una strategia di prospettiva e non di un semplice intervento tampone dettato dall'emergenza che - come purtroppo tante altre vicende ci hanno insegnato - difficilmente potrà consentire loro di guardare con fiducia e ottimismo al domani.
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