Uno stuolo di alti papaveri di Stato, banchieri, accademici, magistrati amministrativi, superburocrati, dirigenti di prima fascia e diplomatici, governa l’Italia approfittando della crisi della politica e del degrado dei partiti.
Questo ceto oligarchico rappresenta la borghesia di palazzo e di elevato rango sociale, ignora la quotidianità del vivere, i disagi delle famiglie e non ha percezione di cosa sia la disoccupazione, l’assenza di un salario, il costo delle bollette e gli aumenti della benzina, dei fitti, dei mutui e dei generi alimentari.
Per chi dichiara redditi mensili superiori, doppi o tripli, rispetto alla media degli stipendi annuali di un lavoratore italiano, è difficile vestire i panni del pensionato al minimo o del precario.
Le scelte perseguite dal Governo Monti sono state unilaterali e hanno colpito le fasce popolari, il lavoro e abbattuto le tutele sociali.
Poco o nulla è stato fatto contro i patrimoni, le rendite parassitarie, gli speculatori e gli evasori.
Le classi più ricche non sono state intaccate e gli alti stipendi dei superburocrati pubblici, dei manager e dei dirigenti che svolgono più attività percependo anche la pensione, non sono stati tagliati.
Se si assumono queste premesse bisogna concludere che la parola va restituita alla politica. Almeno chi produce errori ne deve rispondere alla sovranità popolare.
Ma per il nostro Movimento bisogna fare qualcosa di più, c’è da ricostruire la speranza del cambiamento attraverso la buona politica.
E oggi nel quadro confuso, di partiti personali e di liquidazione della Seconda Repubblica avanzano forze estreme, populiste e autoritarie che mettono a rischio il sistema democratico.
Per questo chiediamo una riforma elettorale seria che restituisca la sovranità al popolo. E per lo stesso motivo ci auguriamo che la proposta politica di Pierluigi Bersani di alleare moderati e progressisti, permetta di rilanciare un progetto per il futuro sulla scia della vittoria elettorale di Rosario Crocetta in Sicilia.
Inseguire i radicalismi o allinearsi ai tecno-burocrati governativi, non apre orizzonti positivi per l’Italia.
È dalla buona politica, dalla partecipazione democratica diffusa e da un progetto di cambiamento della società che guarda al socialismo democratico europeo, che potrà discendere una prospettiva di riscatto per i cittadini italiani.
Per chi dichiara redditi mensili superiori, doppi o tripli, rispetto alla media degli stipendi annuali di un lavoratore italiano, è difficile vestire i panni del pensionato al minimo o del precario.
Le scelte perseguite dal Governo Monti sono state unilaterali e hanno colpito le fasce popolari, il lavoro e abbattuto le tutele sociali.
Poco o nulla è stato fatto contro i patrimoni, le rendite parassitarie, gli speculatori e gli evasori.
Le classi più ricche non sono state intaccate e gli alti stipendi dei superburocrati pubblici, dei manager e dei dirigenti che svolgono più attività percependo anche la pensione, non sono stati tagliati.
Se si assumono queste premesse bisogna concludere che la parola va restituita alla politica. Almeno chi produce errori ne deve rispondere alla sovranità popolare.
Ma per il nostro Movimento bisogna fare qualcosa di più, c’è da ricostruire la speranza del cambiamento attraverso la buona politica.
E oggi nel quadro confuso, di partiti personali e di liquidazione della Seconda Repubblica avanzano forze estreme, populiste e autoritarie che mettono a rischio il sistema democratico.
Per questo chiediamo una riforma elettorale seria che restituisca la sovranità al popolo. E per lo stesso motivo ci auguriamo che la proposta politica di Pierluigi Bersani di alleare moderati e progressisti, permetta di rilanciare un progetto per il futuro sulla scia della vittoria elettorale di Rosario Crocetta in Sicilia.
Inseguire i radicalismi o allinearsi ai tecno-burocrati governativi, non apre orizzonti positivi per l’Italia.
È dalla buona politica, dalla partecipazione democratica diffusa e da un progetto di cambiamento della società che guarda al socialismo democratico europeo, che potrà discendere una prospettiva di riscatto per i cittadini italiani.
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