La spending review interviene pesantemente sul sistema sanitario della nostra regione con il taglio di un terzo dei posti-letto ospedalieri. Ciò comporterà un grave danno per i cittadini relativamente a un diritto sociale fondamentale qual è quello della tutela della salute.
Si conferma così la natura antipopolare del governo Monti, che punta a smantellare le strutture dello stato sociale, al fine di trasferire risorse alla rendita finanziaria e agli speculatori e di creare le condizioni per affidare alla logica del mercato e alla legge del profitto servizi fondamentali per il livello di vita e il benessere dell’intero Paese. Ciò non è la conseguenza necessaria della crisi, ma il risultato di scelte politiche violentemente classiste che, anzi, la crisi aggraveranno. In particolare, si acuiranno le differenze tra quei pochi che potranno permettersi, per condizione economica, di soddisfare i propri bisogni di salute rivolgendosi al privato e la grande massa dei lavoratori e dei cittadini i quali disporranno di una sanità pubblica sempre più residuale e dequalificata.
In Molise, i provvedimenti del governo vengono a cadere in una situazione del sistema sanitario regionale già ampiamente compromessa e deteriorata dalle politiche clientelari e familistiche attuate in questi dieci anni da Michele Iorio. Lo spreco di risorse in prebende e regalie, la inutile duplicazione di strutture ad esclusivi fini clientelari, il depotenziamento delle strutture pubbliche a vantaggio del privato, la mancanza di una accorta politica di investimenti nella diagnostica strumentale, lo snaturamento del ruolo della "Cattolica" da Istituto di ricerca e cura a clinica privata da finanziare a pié di lista hanno creato da anni una pesante situazione debitoria di cui i cittadini già da tempo pagano le conseguenze con l’allungamento delle liste d’attesa, l’imposizione di ticket sempre più gravosi, l’aumento della pendolarità verso presidi extraregionali. In tale contesto, peraltro, le tante risorse professionali presenti nella regione sono state mortificate e mal utilizzate.
Il Partito della Rifondazione Comunista del Molise, pur convinto della necessità di superare un modello di sanità fondato sulla centralità esclusiva dell’ospedale e di riorganizzare il sistema attraverso una rete di presidi territoriali e una integrazione del sociale col sanitario, ritiene:
- Che in questa fase sia imprescindibile la difesa fino in fondo dei posti-letto
- Che una politica di riorganizzazione e di riclassificazione della rete ospedaliera regionale abbia senso solo se avviata contestualmente ad una riorganizzazione complessiva del sistema, che utilizzi nei presidi territoriali le professionalità presenti e crei le nuove professionalità necessarie a questo scopo
- Che vada respinta ogni misura che si muova nella logica dei tagli e al di fuori di un progetto complessivo di miglioramento qualitativo del sistema
- Che vada respinta la logica del definanziamento del sistema sanitario pubblico, che comporterebbe solo dequalificazione e non certo migliore e più razionale organizzazione dei servizi
- Che le necessarie economie vengano realizzate eliminando sprechi e rendite di posizione e non certo incidendo sulla quantità e qualità delle prestazioni.
In Molise, i provvedimenti del governo vengono a cadere in una situazione del sistema sanitario regionale già ampiamente compromessa e deteriorata dalle politiche clientelari e familistiche attuate in questi dieci anni da Michele Iorio. Lo spreco di risorse in prebende e regalie, la inutile duplicazione di strutture ad esclusivi fini clientelari, il depotenziamento delle strutture pubbliche a vantaggio del privato, la mancanza di una accorta politica di investimenti nella diagnostica strumentale, lo snaturamento del ruolo della "Cattolica" da Istituto di ricerca e cura a clinica privata da finanziare a pié di lista hanno creato da anni una pesante situazione debitoria di cui i cittadini già da tempo pagano le conseguenze con l’allungamento delle liste d’attesa, l’imposizione di ticket sempre più gravosi, l’aumento della pendolarità verso presidi extraregionali. In tale contesto, peraltro, le tante risorse professionali presenti nella regione sono state mortificate e mal utilizzate.
Il Partito della Rifondazione Comunista del Molise, pur convinto della necessità di superare un modello di sanità fondato sulla centralità esclusiva dell’ospedale e di riorganizzare il sistema attraverso una rete di presidi territoriali e una integrazione del sociale col sanitario, ritiene:
- Che in questa fase sia imprescindibile la difesa fino in fondo dei posti-letto
- Che una politica di riorganizzazione e di riclassificazione della rete ospedaliera regionale abbia senso solo se avviata contestualmente ad una riorganizzazione complessiva del sistema, che utilizzi nei presidi territoriali le professionalità presenti e crei le nuove professionalità necessarie a questo scopo
- Che vada respinta ogni misura che si muova nella logica dei tagli e al di fuori di un progetto complessivo di miglioramento qualitativo del sistema
- Che vada respinta la logica del definanziamento del sistema sanitario pubblico, che comporterebbe solo dequalificazione e non certo migliore e più razionale organizzazione dei servizi
- Che le necessarie economie vengano realizzate eliminando sprechi e rendite di posizione e non certo incidendo sulla quantità e qualità delle prestazioni.
Partito della Rifondazione Comunista del Molise
Il segretario regionale
Italo di Sabato
Il responsabile dipartimento lavoro e welfare
Silvio Arcolesse
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