domenica 30 settembre 2012

La crisi ha provocato in Italia una strage in un solo anno di ben 26mila imprese

La crisi ha provocato in Italia una strage in un solo anno di ben 26mila imprese condotte da giovani under 35 anni in tutti i settori produttivi.








E’ quanto è emerso dall’analisi illustrata dai giovani della Coldiretti  al Festival Nazionale di Campagna Amica, nel più grande mercato degli agricoltori del mondo al Circo Massimo a Roma, dove è andata in scena dal vivo la creatività "scaccia crisi" con la mostra delle esperienze e dei prodotti piu’ innovativi delle giovani imprese nell’ambito del premio Oscar Green.

Sono quasi 697mila le imprese under 35 che hanno resistito alle difficoltà economiche, la maggioranza delle quali - sottolinea la Coldiretti - opera nel commercio e nei servizi di alloggio e ristorazione (251mila), nel manifatturiero e nelle costruzioni (182mila) e nell’agricoltura (62mila), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere relativi al primo gennaio 2012.

L’agricoltura si colloca dunque sul podio delle attività di impresa preferite dai giovani e mostra anche - precisa la Coldiretti - un segnale incoraggiante di inversione di tendenza con un aumento del 4,3 nel numero di imprese individuali nel secondo trimestre del 2012. Una ripresa che non si era mai verificata prima e che conferma le caratteristiche anticicliche di un settore che è tornato ad attrarre i giovani.

Dall’indagine Coldiretti/Swg svolta su giovani agricoltori con meno di 30 anni di età emerge che il 36,5 per cento ha una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando), il 56 per cento media (scuole superiori) e il 6,5 per cento bassa (scuole medie). Un’inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico - rileva Coldiretti - con gli Istituti Agrari che hanno aumentato dell’11 per cento il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei Licei, secondo i dati 2012 del Miur.

Nel ritorno dei giovani alla terra – evidenzia Coldiretti – è stato determinante l’allargamento  dei confini dell’attività agricola che, grazie alla legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti, ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali.

Gli imprenditori agricoli oggi si possono occupare di attività che – ha riferito la Coldiretti - vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la cura del verde pubblico che spesso viene affidata agli agricoltori. Per non parlare - ha concluso la Coldiretti - della produzione e vendita della birra ottenuta dalla coltivazione di orzo in azienda o del pane dal grano, ma anche dei prodotti cosmetici a base di vino, olio o latte di asina. E ancora delle fattorie didattiche convenzionate con le scuole e degli agriasili e agriospizi.

"In un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno la stessa idea che l’industria possa dare a tutti un posto, con le situazioni drammatiche cui stiamo assistendo in queste settimane – sottolinea il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio - l’agricoltura moderna e multifunzionale consente oggi ai giovani di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura".

"L’inversione di tendenza è la dimostrazione che il settore agricolo si è rigenerato con una classe di giovani di imprenditori che non si è arroccata, come spesso accade nei momenti difficili, nella difesa dell’esistente, ma si è impegnata con successo nel capire e soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori - afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini -. Sono queste le realtà che aumentano le chance dell’Italia per uscire presto dalla crisi e ci inducono a guardare con piu’ ottimismo al futuro".

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