La cucina è memoria, è atto d’amore, è creatività, è ricerca delle radici. Tramandarla è perciò un’operazione non solo affettiva, ma un’importante occasione per dare voce a chi, nel tempo, intorno a ricette, piatti, ingredienti ha scandito la propria vita.
Con questo spirito Nadia Verdile, giornalista casertana con profonde radici molisane, ha raccolto in un prezioso libricino, “Molise Radici e sapori”, edito da Pacini Fazzi editore di Lucca, alcuni “piatti della memoria”. Il volumetto sarà presentato a Macchiagodena, nell’azienda agrituristica “La Sorgente”, lunedì 13 agosto, alle ore 17, dalla stessa autrice insieme con la giornalista Roberta Muzio.
A dare il benvenuto la padrona di casa, Luciana Ruscitto, porterà poi il saluto il sindaco Angelo Iapaolo. A Vittoria Maietta saranno affidate le letture di alcune pagine. Le ricette raccolte da Nadia Verdile raccontano la vita di “zia Pallotta”, una donna forte dalle radici ben piantate a Macchiagodena, che viveva della memoria del suo uomo perduto in guerra e dell’amore verso la nipote.
A dare il benvenuto la padrona di casa, Luciana Ruscitto, porterà poi il saluto il sindaco Angelo Iapaolo. A Vittoria Maietta saranno affidate le letture di alcune pagine. Le ricette raccolte da Nadia Verdile raccontano la vita di “zia Pallotta”, una donna forte dalle radici ben piantate a Macchiagodena, che viveva della memoria del suo uomo perduto in guerra e dell’amore verso la nipote.
Dopo la presentazione del librino saranno offerti assaggi culinari della produzione locale de “La Sorgente” e la torta di mamma Rosetta. Settantunesimo volume della collana “I Mangiari”, il librino – come ama chiamarlo l’autrice – è un omaggio alla sua terra d’origine, alle sue radici e alla storia culinaria della sua terra. «Ho trovato un giorno tra le carte di famiglia – dice la Verdile – alcuni quaderni di una mia prozia, nata nel lontano 1880. Quelli sottili sottili con la copertina nera. Scritti con il pennino di ferro e l’inchiostro nel calamaio.
Vi ho scovato alcune delle cose che avevo tanto amato mangiare, che possedevano il ricordo della mia infanzia, il sapore buono di un tempo in cui le sue coccole erano per me il dono dell’estate. Le sue ricette sono quelle della mia terra. Alcune della tradizione, altre della sua sperimentazione. Tutte legate ai sapori poveri e genuini dell’habitat della nostra gente. Pensai di donare a mia figlia questi piccoli tesori di antica sapienza. Poi l’incontro con Maria Pacini e Francesca Fazzi.
Hai ricette della tua terra che raccoglieresti per noi? Mi chiesero. Il pensiero volò a quei quaderni. Ed ora sono qui, in questo librino fatto da donne. L’autrice, Angela Pinelli, detta zia Pallotta, chiamata Angeluccia, le editrici lucchesi con la testa nel futuro e l’anima nel passato e io, tra di loro, trait d’union tra l’oggi e l’altro ieri».
Vi ho scovato alcune delle cose che avevo tanto amato mangiare, che possedevano il ricordo della mia infanzia, il sapore buono di un tempo in cui le sue coccole erano per me il dono dell’estate. Le sue ricette sono quelle della mia terra. Alcune della tradizione, altre della sua sperimentazione. Tutte legate ai sapori poveri e genuini dell’habitat della nostra gente. Pensai di donare a mia figlia questi piccoli tesori di antica sapienza. Poi l’incontro con Maria Pacini e Francesca Fazzi.
Hai ricette della tua terra che raccoglieresti per noi? Mi chiesero. Il pensiero volò a quei quaderni. Ed ora sono qui, in questo librino fatto da donne. L’autrice, Angela Pinelli, detta zia Pallotta, chiamata Angeluccia, le editrici lucchesi con la testa nel futuro e l’anima nel passato e io, tra di loro, trait d’union tra l’oggi e l’altro ieri».
Con questa pubblicazione il Molise entra nella collezione dei "Piccoli libri della grande cucina italiana" con la voce di Angeluccia che rivive, con le sue ricette, nel ricordo dell'autrice Nadia Verdile. Tante donne nella cucina della memoria, dell'affetto, della storia.
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