Crisi, fisco e stretta al credito delle famiglie inchiodano l’Italia in trincea. E’ quanto si evince dai dati sulle vendite al dettaglio di giugno diffusi dall’Istat: il timido aumento registrato su maggio è dovuto principalmente alla crescita dei beni alimentari, e comunque non basta a far virare in positivo né l’anno né il trimestre.
Tutti gli altri indicatori rilevati nel mese dell’Imu, d’altra parte, dipingono un’Italia che vive ancora una situazione di sacrificio e di grande incertezza: a partire dal sempre più frequente ricorso delle famiglie ai discount alimentari fino alla costante diminuzione degli acquisti no food, con grande sofferenza dei piccoli negozi.
Adesso servono interventi urgenti per la ripresa del mercato interno: le liberalizzazioni degli orari e delle aperture domenicali, che dovevano – nelle intenzioni del governo – rilanciare i consumi, non hanno sortito gli effetti previsti, come avevamo sostenuto.
Meglio proseguire con convinzione e rigore sulla spending review, liberando risorse per dare benefici fiscali a famiglie e imprese già entro l’anno, ed evitare assolutamente il ricorso ad un nuovo aumento delle aliquote Iva, che darebbe un colpo di grazia alla prospettive di crescita economica e di ripresa dei consumi.
Adesso servono interventi urgenti per la ripresa del mercato interno: le liberalizzazioni degli orari e delle aperture domenicali, che dovevano – nelle intenzioni del governo – rilanciare i consumi, non hanno sortito gli effetti previsti, come avevamo sostenuto.
Meglio proseguire con convinzione e rigore sulla spending review, liberando risorse per dare benefici fiscali a famiglie e imprese già entro l’anno, ed evitare assolutamente il ricorso ad un nuovo aumento delle aliquote Iva, che darebbe un colpo di grazia alla prospettive di crescita economica e di ripresa dei consumi.
Nessun commento:
Posta un commento