“Prima di tutto il Molise” è lo slogan con cui Michele Iorio alla Piana dei Mulini si pone a capo di una resistenza localistica in difesa dell’autonomia regionale contro il Governo e in una logica di sindacato territoriale simile alle prime esperienze della LEGA NORD rispolverate nel recente congresso di Assago da Roberto Maroni “ Prima il Nord “.
Ovviamente in ogni regione potrebbero nascere movimenti politici campanilisti con gli stessi lodevoli obiettivi di salvaguardare gli interessi di quelle comunità. E’ evidente che una simile impostazione cozza con una progettualità solidale nazionale e qualsiasi governo sarebbe impossibilitato a decidere per via di veti locali che consegnerebbero il potere d’interdizione alle realtà che esprimono il maggior numero di parlamentari. Illudersi di condizionare le scelte governative con le barricate, le trincee o disponendo di un drappello di 3 deputati e 2 senatori su 945 parlamentari è semplicemente illusorio. Iorio conosce bene i limiti di questa strategia ma non dispone di alternative. Per 10 anni ha avuto a Roma un governo amico che ha indebitato l’Italia e non ha risolto i problemi del Molise. Non gli conviene continuare a lottare per i Borboni dopo che Garibaldi è arrivato a Teano.
Meglio lasciare questo compito ai duri e puri del PDL, cavalcando l’onda contro Monti che cancella la provincia di Isernia, taglia gli ospedali, sopprime i servizi e affama il popolo, per recuperare il debito pubblico dell’ultimo trentennio. Iorio conosce benissimo i molisani e rinuncia ad essere amministratore in anni di vacche magre per capeggiare la rivolta contro Roma ladrona. Le opposizioni sociali, politiche e sindacali, ai singoli provvedimenti del Governo Monti alimenteranno la rabbia dei cittadini e Iorio ne trarrà vantaggio nello schema di gioco che si è dato. Il centrodestra in sua assenza è troppo debole per esprimere una progettualità autonoma e sarà costretto in un gioco delle parti già deciso a tavolino ad accordarsi col movimento di Iorio. In tal modo la somma del leghismo in salsa molisana con il PDL, l’UDC, l’ADC e le altre formazioni di centrodestra, potrebbe sbaragliare gli avversari e rivincere agevolmente le prossime elezioni.
In caso di sconfitta il Molise potrebbe essere la prima regione amministrata da 5 Stelle oppure da una diversa coalizione composta da formazioni politiche con posizioni opposte sull’esperienza di Monti e che difficilmente si ritroveranno unite alle prossime elezioni nazionali.
Per questo c’è bisogno di una proposta strategica che guarda al medio termine senza i tatticismi gattopardeschi delle transumanze opportunistiche locali. E bisogna stare attenti ai progetti di chi aspetta la nostra implosione per aggregarci a Foggia nella Moldaunia o alla provincia di Benevento per ampliare la Campania ex-Felix. Il futuro del Molise è nella Marca Adriatica, nell’unificazione con Marche e Abruzzo, ed è nel saper governare questo processo nella consapevolezza che nessuno potrà mai cancellare un’identità che ha 2.500 anni di storia. Il Molise è più vecchio dei 49 anni di esistenza della Regione e non và confuso con l’autonomia regionale.
Meglio lasciare questo compito ai duri e puri del PDL, cavalcando l’onda contro Monti che cancella la provincia di Isernia, taglia gli ospedali, sopprime i servizi e affama il popolo, per recuperare il debito pubblico dell’ultimo trentennio. Iorio conosce benissimo i molisani e rinuncia ad essere amministratore in anni di vacche magre per capeggiare la rivolta contro Roma ladrona. Le opposizioni sociali, politiche e sindacali, ai singoli provvedimenti del Governo Monti alimenteranno la rabbia dei cittadini e Iorio ne trarrà vantaggio nello schema di gioco che si è dato. Il centrodestra in sua assenza è troppo debole per esprimere una progettualità autonoma e sarà costretto in un gioco delle parti già deciso a tavolino ad accordarsi col movimento di Iorio. In tal modo la somma del leghismo in salsa molisana con il PDL, l’UDC, l’ADC e le altre formazioni di centrodestra, potrebbe sbaragliare gli avversari e rivincere agevolmente le prossime elezioni.
In caso di sconfitta il Molise potrebbe essere la prima regione amministrata da 5 Stelle oppure da una diversa coalizione composta da formazioni politiche con posizioni opposte sull’esperienza di Monti e che difficilmente si ritroveranno unite alle prossime elezioni nazionali.
Per questo c’è bisogno di una proposta strategica che guarda al medio termine senza i tatticismi gattopardeschi delle transumanze opportunistiche locali. E bisogna stare attenti ai progetti di chi aspetta la nostra implosione per aggregarci a Foggia nella Moldaunia o alla provincia di Benevento per ampliare la Campania ex-Felix. Il futuro del Molise è nella Marca Adriatica, nell’unificazione con Marche e Abruzzo, ed è nel saper governare questo processo nella consapevolezza che nessuno potrà mai cancellare un’identità che ha 2.500 anni di storia. Il Molise è più vecchio dei 49 anni di esistenza della Regione e non và confuso con l’autonomia regionale.
Michele Petraroia
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