Sono anche un importante raccordo tra la direzione politica e il tessuto imprenditoriale. E’ apprezzabile l’iniziativa della Regione Molise e della sua Finanziaria (Finmolise) tesa a diffondere sul territorio, attraverso appositi incontri con l’imprenditoria locale e con i soggetti ad altro titolo interessati, le recenti misure di aiuti alle imprese.
Si tratta delle seguenti tre misure:
Incentivi alla capitalizzazione “cinque per uno”
Piccolo prestito “mi fido di te”
Programmi di innovazione e tecnologie pulite (POR 2007/2013)
La logica dei tre interventi non si discosta dalle procedure standardizzate seguite dagli istituti di credito per la concessione di finanziamenti alle imprese e di aperture di credito nei confronti delle stesse.
Le tre misure appena richiamate infatti pongono quale condizione necessaria per l’accesso agli aiuti, lo stato di “salute” dell’impresa, la necessità cioè di avere un buon rating aziendale; tale logica, che è alla base delle diverse versioni di Basilea, è quella seguita dagli istituti di credito per l’erogazione di finanziamenti o di aperture di credito alle imprese.
Il tessuto imprenditoriale è vero, è in difficoltà, vi sono problemi di liquidità diffusi, vi sono sempre piu’ spesso indisponibilità delle imprese a far fronte agli ordinari adempimenti di natura contributiva e tributaria; tutto cio’ genera indebitamento che a sua volta genera un rating basso, e le banche non finanziano questo tipo di azienda o, meglio, “storcono il naso” in situazioni di questo genere specie nella particolarità del momento che stiamo vivendo.
Credo che la Regione e la Finmolise bene avrebbero fatto a porre maggiore attenzione a cio’ che da sempre ha costituito un ostacolo al reale sostegno alle imprese molisane in termini di aiuti, in termini di finanziamento; la Regione nell’ambito della sua autonomia legislativa potrebbe intervenire ancora in fase di istruttoria delle domande che perverranno, per “imporre” un diverso criterio di analisi delle domande stesse.
Il rapporto di Bankitalia di pochi giorni fa ci informa che i prestiti alle imprese sono fermi, sono a crescita zero; tralasciando le motivazioni (che sembrano addebitabili ad una raccomandazione dell’EBA - Autorità Bancaria Europea, che ha ingiunto alle banche vincoli patrimoniali senza precedenti) come si puo’ pensare che nell’istruire le domande di aiuto di cui ci si sta occupando, le banche possano derogare al meccanismo che fino ad ora hanno posto a base delle erogazione di finanziamenti, specie in questo particolare momento di recessione?
Sarà opportuno pertanto, in alternativa, che anche in fase di istruttoria delle domande di accesso ai benefici, il requisito del rating venga valutato con le opportune cautele ed elasticità se non si vuole far restare fuori da queste misure un importante fetta delle imprese molisane le quali sono interessate da problemi di indebitamente e di liquidità ma che sono comunque in buona salute indipendentemente dal rating, perpetrando un triste deja-vu che, nel passato, ha visto accedere ai benefici di stato solo le imprese “sane” con la conseguenza che molte delle risorse disponibili sono rimaste inutilizzate in quanto le aspettative di molte aziende sono rimaste deluse grazie a questo meccanismo per certi versi “perverso” utilizzato per l’erogazione degli aiuti.
Mi auguro infine, che si faccia strada l’ipotesi di valutare l’eventualità di inserire una norma in deroga che ipotizzi una istruttoria delle domande di aiuto basate non tanto sulla salute delle imprese (in termini di rating) ma su altri elementi significativi (ad esempio la patrimonializzazione, il know-how ecc.); sarebbe un segno di distinzione della nostra Regione e della stessa Finmolise rispetto ad uno scenario estremamente demotivante per l’economia di tutto il territorio.
Incentivi alla capitalizzazione “cinque per uno”
Piccolo prestito “mi fido di te”
Programmi di innovazione e tecnologie pulite (POR 2007/2013)
La logica dei tre interventi non si discosta dalle procedure standardizzate seguite dagli istituti di credito per la concessione di finanziamenti alle imprese e di aperture di credito nei confronti delle stesse.
Le tre misure appena richiamate infatti pongono quale condizione necessaria per l’accesso agli aiuti, lo stato di “salute” dell’impresa, la necessità cioè di avere un buon rating aziendale; tale logica, che è alla base delle diverse versioni di Basilea, è quella seguita dagli istituti di credito per l’erogazione di finanziamenti o di aperture di credito alle imprese.
Il tessuto imprenditoriale è vero, è in difficoltà, vi sono problemi di liquidità diffusi, vi sono sempre piu’ spesso indisponibilità delle imprese a far fronte agli ordinari adempimenti di natura contributiva e tributaria; tutto cio’ genera indebitamento che a sua volta genera un rating basso, e le banche non finanziano questo tipo di azienda o, meglio, “storcono il naso” in situazioni di questo genere specie nella particolarità del momento che stiamo vivendo.
Credo che la Regione e la Finmolise bene avrebbero fatto a porre maggiore attenzione a cio’ che da sempre ha costituito un ostacolo al reale sostegno alle imprese molisane in termini di aiuti, in termini di finanziamento; la Regione nell’ambito della sua autonomia legislativa potrebbe intervenire ancora in fase di istruttoria delle domande che perverranno, per “imporre” un diverso criterio di analisi delle domande stesse.
Il rapporto di Bankitalia di pochi giorni fa ci informa che i prestiti alle imprese sono fermi, sono a crescita zero; tralasciando le motivazioni (che sembrano addebitabili ad una raccomandazione dell’EBA - Autorità Bancaria Europea, che ha ingiunto alle banche vincoli patrimoniali senza precedenti) come si puo’ pensare che nell’istruire le domande di aiuto di cui ci si sta occupando, le banche possano derogare al meccanismo che fino ad ora hanno posto a base delle erogazione di finanziamenti, specie in questo particolare momento di recessione?
Sarà opportuno pertanto, in alternativa, che anche in fase di istruttoria delle domande di accesso ai benefici, il requisito del rating venga valutato con le opportune cautele ed elasticità se non si vuole far restare fuori da queste misure un importante fetta delle imprese molisane le quali sono interessate da problemi di indebitamente e di liquidità ma che sono comunque in buona salute indipendentemente dal rating, perpetrando un triste deja-vu che, nel passato, ha visto accedere ai benefici di stato solo le imprese “sane” con la conseguenza che molte delle risorse disponibili sono rimaste inutilizzate in quanto le aspettative di molte aziende sono rimaste deluse grazie a questo meccanismo per certi versi “perverso” utilizzato per l’erogazione degli aiuti.
Mi auguro infine, che si faccia strada l’ipotesi di valutare l’eventualità di inserire una norma in deroga che ipotizzi una istruttoria delle domande di aiuto basate non tanto sulla salute delle imprese (in termini di rating) ma su altri elementi significativi (ad esempio la patrimonializzazione, il know-how ecc.); sarebbe un segno di distinzione della nostra Regione e della stessa Finmolise rispetto ad uno scenario estremamente demotivante per l’economia di tutto il territorio.
Presidente dell'Ordine dei consulenti, Galileo Casimino
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