lunedì 14 maggio 2012

EcoDem Molise: L'agenzia della protezione civile è un errore

Non garantisce la ricostruzione delle case e delle scuole, accentra i poteri in poche mani e forza le regole sulle assunzioni nella pubblica amministrazione. La vicenda finisce in cronaca nazionale.






L'Associazione regionale degli Ecologisti Democratici si è mobilitata per anni per sostenere la ricostruzione post-terremoto del Molise, completare le case, mettere in sicurezza le scuole, riavviare le attività economiche dell'area del cratere e gestire con trasparenza, efficacia e oculatezza le risorse stanziate dallo Stato.

In più occasioni, grazie ad iniziative degli Ecologisti Democratici sono giunti sul territorio esponenti delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici di Camera e Senato, sono state presentate interrogazioni parlamentari e si sono svolte manifestazioni pubbliche a sostegno dei cittadini che vivono in sistemazioni provvisorie o in prefabbricati.

Per gli ECODEM è un errore che la Regione Molise abbia legiferato sulla Protezione Civile prima che a livello nazionale si completasse l'approvazione della legge quadro di riordino della materia con nuove modalità di funzionamento tra Stato, Regioni e Enti Locali.

La leggina regionale sull'Agenzia della Protezione Civile risponde  a un'esigenza contingente con un accrocchio privo di trasparenza e prono a una gestione emergenziale che ha chiaramente fallito gli obiettivi della ricostruzione post-sisma.

Bisognava tornare al regime ordinario prendendo spunto dall'esperienza dell'Umbria e di altri territori in cui ci sono state calamità naturali senza strappi costituzionali, forzature di maggioranza e colpi di mano.

Oggi non è chiaro come si completerà la ricostruzione delle case per il 65% delle persone che le aspettano da dieci anni, come si metteranno in sicurezza le scuole e come si offrirà un aiuto alle aree più colpite.

La vicenda dell'Agenzia è a rischio impugnativa da parte del Governo con connessa paralisi istituzionale e finisce in cronaca nazionale come esempio non positivo di un modo di amministrare che confonde la tenuta del consenso politico con i bisogni delle popolazioni locali.

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