mercoledì 17 settembre 2014

Incubo ebola. Obama lancia l'allarme diffusione incontrollata e l'Italia con l'Europa tace

Ebola fa paura anche ad Obama, distante centinaia di miglia dall’Africa, che oggi lancia l’allarme affermando: “ebola è fuori controllo”. La nostra sanità nazionale, invece non si preoccupa affatto di far sbarcare quotidianamente centinaia di profughi dall’Africa, ponendo a forte rischio l’incolumità degli operatori impegnati nell’operazione “Mare Nostrum”. In clima di terrorismo internazionale, L’ISIS o Al Qaeda che minacciano i paesi europei tra cui la nostra nazione, potrebbero avere gioco facile ad imbarcare qualche malato di ebola con virus in embrione e riversarlo sulle nostre coste. Avrebbe sicuramente un effetto molto più dirompente di una bomba “H” e lo scopo di distruggere tutto quello che è occidentale giungerebbe a compimento, con una “jihad” - guerra santa - a costo zero, garantendo milioni di vittime.


 
La domanda che tutti si chiedono, in una nazione che fa acqua da tutti i fronti e la imbarca attraverso i migranti via mare: possiamo stare tranquilli?
Le rassicurazioni degli esperti del ministero della Salute, come devono essere considerate?

Se fosse tutto sotto controllo come affermano, per quale motivo ancora oggi non si arresta l’operazione “Mare Nostrum”, sapendo che dai paesi africani, dove provengono i profughi, ebola è già giunta a mietere vittime? Ed ancora: come è possibile che Obama stanzia 500 milioni di dollari oltre ai 170 milioni già impegnati per arginare il virus e l’Europa tace?

Da Roma, già dall’aprile scorso furono emesse tre circolari dal ministero della Salute in quindici giorni. Tutte con lo stesso argomento in oggetto: «Misure di sorveglianza per contrastare la diffusione dell'Ebola». E in tutte i toni erano piuttosto allarmati. Da un punto di vista ufficiale, tali misure si concentrano sui «punti internazionali d'ingresso»: porti, aeroporti, frontiere. Ma l'operazione Mare Nostrum ha - nella sostanza - esteso questi «punti internazionali d'ingresso» a tutto il Mediterraneo. E in prima linea ci sono gli uomini della Marina militare e delle Capitanerie. Sono loro che accolgono, recuperano, salvano i migranti che a frotte arrivano nella Penisola.

Le loro uniche protezioni sono guanti in lattice e mascherina. Bastano a fermare l'Ebola? Un ufficiale di rango preferisce non scendere in dettagli. «Ci hanno spiegato - dice - che i migranti che soccorriamo non possono essere infetti da Ebola. La malattia ha un'incubazione di 21 giorni. Quindi, quelli che imbarchiamo sui nostri mezzi al centro del Mediterraneo non possono averla. Chi l'ha contratta nei paesi in cui è stata segnalata l'epidemia è già morto prima di imbarcarsi dalle coste libiche».

E se un contagiato l'avesse trasmessa durante il periodo in attesa dell'imbarco, prima di morire? La domanda cade nel vuoto. «Il contagio è improbabile», ripete. «Comunque - aggiunge - il migrante che segnala febbre alta e astenia viene messo subito in isolamento».

Il ministero della Salute, comunque, in chiave anti-ebola chiede alla Marina militare ed alle Capitanerie di imbarcare sulle proprie navi «barelle di alto bio-contenimento»: «Il cui impiego potrebbe essere necessario per il trasporto di pazienti all'interno del territorio nazionale, sui vettori aerei ad ala fissa o rotante».

Ma il problema più serio per gli uomini della Marina non sono i migranti a bordo dei barconi, sono quelli che vengono portati a terra dai mercantili. L'alto numero (arrivano ancora oggi in migliaia) e la mancanza di controlli preventivi operati a bordo delle navi militari, fa di questi migranti un evidente rischio epidemiologico. Insomma, il rischio che qualche migrante possa sfuggire al calcolo probabilistico legato ai tempi d'incubazione dell'Ebola c'è eccome.

Tant'è che il ministero invita l'Enac a informare le compagnie aeree delle «procedure nazionali per l'evacuazione medica ed il trasporto in alto bio-contenimento di persone affette, o sospette di essere affette, da malattie infettive contagiose». Evacuazione medica - precisa la circolare della Salute - che deve essere effettuata anche senza ricorrere ai velivoli dell'Aeronautica militare.

E proprio all'Aeronautica, il ministero della Salute chiede di verificare la possibilità di caricare sui propri mezzi «ambulanze ad alto isolamento in dotazione all'Istituto per le Malattie infettive <<Lazzaro Spallanzani».

Questo avveniva, ripetiamo ad aprile scorso, quando la diffusione del virus era ancora sotto controllo. Oggi il presidente degli Stati Uniti e non il signore della porta accanto, afferma che ebola è fuori controllo. Nel frattempo in Italia, aspettiamo i primi casi di diffusione del virus, per poi recriminarci: si poteva agire diversamente, da italica mediocrità a cui siamo abituati?

                                                                                               P.T.

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