Le imprese del commercio continuano a chiudere, oltre 60 mila nei primi sei mesi di quest'anno, e i consumi sono drammaticamente fermi al palo con una spesa delle famiglie che, negli ultimi otto anni, si è ridotta di oltre il 7%. In questa situazione, le liberalizzazioni del commercio attuate con il provvedimento Monti del 2011 non hanno prodotto nè maggiore concorrenza, anche perchè il settore distributivo italiano è già ampiamente liberalizzato, né hanno generato quello stimolo ai consumi e all'occupazione che qualcuno si aspettava.
Pertanto, pur rispettando il parere dell'Antitrust, Confcommercio è convinta che bisogna proseguire nella direzione, peraltro delineata dalla Commissione attività produttive della Camera, che è quella di reintrodurre una regolamentazione in materia di orari dei negozi. L'obiettivo è quello di arrivare ad avere deroghe certe all'interno di un chiaro quadro normativo. Solo così si può contribuire a consolidare il modello distributivo italiano, fatto di piccole, medie e grandi imprese, consentendo ai territori di valorizzare la propria vocazione turistica e commerciale, anche in particolari periodi dell'anno, e alle imprese di contenere i costi e di avere una corretta e certa attività di gestione. Allo stesso tempo si rispetta il valore sociale di queste imprese e si garantisce il mantenimento di un adeguato livello nell'offerta dei servizi ai consumatori in linea peraltro con quello che accade in Europa: questo il commento di Confcommercio in merito al provvedimento sulla disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali in discussione alla Commissione attività produttive della Camera.
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