sabato 30 agosto 2014

Si chiama PFAND è la rivoluzione tedesca per riciclare le bottiglie di plastica e in Italia ancora all'anno zero.

Uno dei raccoglitori automatici adottato in Germania già da qualche anno. Il sistema all’avanguardia dello Pfand, che in italiano potrebbe essere tradotto come “vuoto a rendere” o come “deposito”, è una delle ennesime iniziative del governo tedesco, che al contrario di quello italiano già da molti anni ha un sistema di raccolta di rifiuti all’avanguardia e al massimo dell’efficienza. In italia la situazione rifiuti invece, come testimoniato dagli innumerevoli casi di Napoli e in particolare delle zone meridionali, fa ancora pensare che un simile sistema non sia ancora applicabile e nemmeno auspicabile nei prossimi anni, anzi al contrario lo Stato italiano trova nello smaltimento dei rifiuti e nell’applicazione dei sistemi di riciclaggio ancora un muro insormontabile. Lasciando perdere per un attimo la situazione italiana che di per sè ha molto da rimproverarsi rispetto agli obbiettivi finora raggiunti dalle altre nazioni europee (anche con una normativa sullo smaltimento degli imballaggi del 1994), bisogna di certo segnalare che in molti di questi Stati è già attivo da tempo il servizio dello Pfand. Il sistema è semplice e costituisce un vero e proprio baluardo del riciclaggio. E’ stato infatti disposto dallo Stato, per l’acquisto di bottiglie in PET ( plastica) , allumino e vetro un prezzo aggiuntivo su ciascuno di questi prodotti, chiamato appunto Pfand, con il quale il compratore al momento dell’acquisto si impegna a restituire il vuoto appena avrà consumato il prodotto e con il quale riceverà per contro il prezzo aggiuntivo versato. In pratica quindi se io acquisto una bottiglia di acqua minerale, dal costo di 0,50 cent, dovrò pagare alla cassa un prezzo aggiuntivo ( che generalmente è sui 0,25/0,30 cent), che al momento della restituzione della bottiglia vuota al commerciante mi restituirà il prezzo in più versato. Le bottiglie vuote possono essere restituite, o direttamente al commerciante che provvederà al rimborso del vuoto, o alternativamente depositando le stesse in appositi contenitori automatici, posti al di fuori di qualsiasi supermercato o luogo pubblico, i quali una volta inserite le bottiglie vuote, e dopo aver letto il logo “Pfand” posto su ognuna di esse , vengono raccolte all’interno di questi “cassonetti elettronici” e rilasciano uno scontrino recante il numero delle bottiglie gettate e il prezzo del rimborso dovuto, con il quale recandosi in qualsiasi supermercato si può ottenere il corrispettivo dovuto. Le macchine predisposte alla raccolta come detto leggono il logo “Pfand” stampato sulle bottiglie. Ciò perchè lo Stato tedesco ha imposto a tutte le industrie produttrici di acqua minerale e di qualsiasi altro prodotto commercializzato in bottiglie di plastica o vetro di adeguarsi obbligatoriamente alla normativa Dpg. In sostanza tutti i produttori d’acqua ( o di qualsiasi altra bevanda) sono obbligati ad attuare lo Pfand: ossia le bottiglie prodotte dall’industria dovranno essere raccolte, sterilizzate da apposite ditte di smaltimento tedesche e riconsegnate alle relative industrie, le quali quindi provvederanno a riciclarle rimettendole sul mercato. Le marche produttrici devono quindi attuare lo Pfand, e pertanto devono ottenere dallo Stato l’autorizzazione per eseguirlo, difatti tutte le marche che attuano tale sistema di riciclaggio devono recare vicino al codice a barre un simbolo che viene letto dalla macchina di raccolta e senza il quale la bottiglia non viene accettata. Il sistema del riciclaggio quindi è stato reso non solo obbligatorio per tutte le industrie produttrici, ma anche incentivato a tutti i consumatori, i quali vedono tale sistema non solo come qualcosa di estremamente importante e di chiara sensibilità civile ma anche come un modo per contribuire personalmente al miglioramento dei sistemi di raccolta dei rifiuti, e soprattutto un modo per frenare l’eccessivo consumismo delle nostre società. Infatti la raccolta dei contenitori usati ne garantisce un suo ricircolo fermando così drasticamente la produzione di nuovi contenitori. In tal modo quindi si ferma la produzione di nuovi contenitori fermando così l’enorme spreco che è richiesto per l’intero ciclo produttivo dei contenitori, soprattutto di plastica, per i quali è richiesto un ciclo produttivo costoso e notevolmente inquinante. Per creare ad esempio una bottiglia di plastica le industrie produttrici utilizzano un ciclo che nella maggior parte delle volte ha sull’ambiente un impatto molto negativo, con il quale con l’utilizzo continuo di petrolio ed altre sostanze di scarto industriale molto spesso contribuiscono all’inquinamento ambientale e delle falde acquifere. In sostanza la stessa produzione delle bottiglie d’acqua incide negativamente sull’ambiente e provoca esso stesso un lento inquinamento delle fonti d’acqua. Il sistema tedesco tuttavia frenando di fatto la produzione dei contenitori d’acqua provoca il ricircolo degli stessi contenitori frenando la produzione di nuovi e frenando quindi l’inquinamento derivante da tale produzione. Accanto al sistema di raccolta dello Pfand inoltre lo stato tedesco per ridurre ulteriormente la produzione di bottiglie in plastica ha quasi imposto alle ditte produttrici di fornire i propri prodotti in bottiglie di vetro, meno deteriorabili delle bottiglie in plastica, di più facile riciclo e pulitura e sicuramente con una produzione industriale che incide meno rispetto alla produzione annuale di bottiglie in plastica. Non è difficile nei vari supermercati tedeschi imbattersi in contenitori di vetro, mentre diventa sempre più difficile trovare al loro interno delle bottiglie in plastica, per le quali come si è detto è prevista una produzione molto più dannosa rispetto alle bottiglie in plastica. Lo Pfand che è stato accolto dai cittadini tedeschi come un’iniziativa di estrema importanza e ha costretto le industrie produttrici tedesche e straniere ad adattarsi al sistema ecologico, costituisce invece per la maggior parte delle industrie italiane e dei produttori italiani un elemento dannoso per il mercato. Infatti anche le industrie italiane, che prima della normativa Dpg vendevano tranquillamente i propri prodotti in Germania, con l’avvento di questo nuovo sistema sono state costrette a ritirare i propri prodotti dal mercato. Ciò in quanto le marche italiane produttrici di acqua e altre bevande non portano sull’etichetta il logo Pfand e di conseguenza le bottiglie vuote non vengono accettate dalle ditte di smaltimento tedesche. Alla fine restano in giacenza nei magazzini degli importatori che non hanno idea di come riciclarle. Le ditte italiane, per essere in regola con la normativa del Dpg, devono avere un conto corrente e il Gewerbe (licenza d’esercizio) in Germania. Inoltre, per poter stampare il codice Dpg sull’etichetta (che permette il riconoscimento delle bottiglie nelle macchine del Pfand), le ditte devono avere un’autorizzazione internazionale che viene rilasciata pagando una tassa. Questo lungo e costoso iter burocratico scoraggia le piccole ditte italiane che non trovano conveniente perdere tempo e denaro per accedere al mercato tedesco. L’effetto è una significativa perdita per i nostri importatori e la scomparsa dei marchi italiani dal mercato tedesco. Al di là del fatto che questo sistema costituisca un ostacolo al mercato italiano all’estero, c’è da segnalare che nessun produttore italiano potrebbe lamentarsi di tale conseguenza, ed anzi ciò non avrebbe nessun significato. Infatti lo stato tedesco con molto zelo è stato in grado di costituire un sistema di riciclaggio ecosostenibile e soprattutto utile, il quale ancora oggi seppur adottato in quasi tutta Europa, in Italia non trova ancora nessun riscontro pratico. Il sistema dello Pfand è stato peraltro adottato in Italia solamente in alcuni comuni del Piemonte ( Alessandria e Valenza) e questo, pur costituendo un primo piccolissimo passo verso l’applicazione obbligatoria in Italia di tale sistema, fa riflettere comunque quanto ancora lo stato italiano in termini di smaltimento di rifiuti sia ancora in una situazione di grave arretratezza rispetto al resto d’Europa. Le conseguenze di tale arretratezza si ripercuotono giornalmente sulla nostra società, con episodi di rivolta e di protesta da parte dei cittadini italiani, che negli ultimi periodi si verificano con sempre meno sporadicità.

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