mercoledì 9 luglio 2014

Dossier acqua: unica risorsa non sfruttata per la nostra economia

Nel terzo Millennio molisano, l’unica vera risorsa su cui poter contare per avere quel minimo di indipendenza economica rispetto alle esigue risorse messe a disposizione dallo Stato centrale, che consenta programmazioni ordinarie e straordinarie alla pubblica amministrazione regionale è l’acqua. Una risorsa di cui il Molise può vantare sorgenti chiare e cristalline e quantità in termini di metri cubi erogati straordinarie.
DALL’E.R.I.M. ALLA MOLISE ACQUE



L’ACQUA una risorsa affidata precedentemente all’ERIM istituito con Legge Regionale del Molise n.31/80 per subentrare nel 1983 alle vecchie gestioni della Casmez e di altri enti disciolti, assicura il rifornimento di acqua potabile ai serbatoi di 170 comuni molisani, pugliesi e campani. Il bacino di utenza è di circa 500.000 abitanti ed il servizio idrico viene garantito attraverso un sistema di circa 2.000 km di condotte, 250 serbatoi, 35 centrali di sollevamento.
 Le opere acquedottistiche dell’ERIM sono di elevato pregio ingegneristico e risultano meta di numerose visite da parte degli studiosi provenienti da tutta l’Europa.
 L’Ente rifornisce di acqua anche i consorzi di bonifica del Basso Molise per consentire l’irrigazione di circa 14.000 ettari e i consorzi per i nuclei industriali più importanti del Molise. L’erogazione di acqua a tutte le utenze potabili, irrigue e industriali è garantita 24 ore su 24 per tutto l’anno.
 Il complesso sistema degli acquedotti molisani fa capo agli schemi idrici principali :
 Acquedotto Molisano Destro a servizio di 41 comuni molisani, 21 campani e 12 pugliesi, mediante le acque del Biferno;
Acquedotto Molisano Sinistro a servizio di 45 comuni molisani mediante le acque del Trigno, del Pincio, di S.Maria del Molise e di Muro Lungo;
Acquedotto Campate e Forme a servizio di 12 comuni molisani mediante le acque delle omonime sorgenti;
Acquedotto Basso Molise a servizio di 10 comuni molisani mediante le acque del Liscione.
Acquedotto Campano
Acquedotto Alto Molise
Invaso di Liscione
Invaso di Arcichiaro
L’Ente è inoltre responsabile della gestione di numerosi acquedotti locali minori. Il fatturato dell’ERIM assicura il pareggio del bilancio di esercizio senza alcun onere sulla finanza pubblica regionale o statale, praticando una tariffa che è fra le più basse d’Europa.
 Dall’inizio della sua attività (1983), l’ERIM ha progettato, realizzato e collaudato importanti progetti di adeguamento e ristrutturazione dei vecchi acquedotti esistenti. Ha inoltre progettato e sta realizzando i nuovi schemi idrici previsti dalla programmazione della Regione Molise, prima fra tutti l’Acquedotto Molisano Centrale che risolverà il problema dell’approvvigionamento idrico della fascia costiera adriatica, molisana.
 Dopo il primo quindicennio dedicato alla ristrutturazione delle opere ex Cassa, tutte in stato di grave fatiscenza, le strategie di sviluppo che l’Ente trasferisce all’azienda speciale “Molise Acque” che subentra in forza delle leggi regionali n.37/99 e n.21/02, si basano sul completamento della ristrutturazione degli acquedotti esistenti, sulla costruzione di nuovi schemi idrici previsti dai programmi regionali prima fra tutti l’Acquedotto Molisano Centrale per 90 milioni di euro e sull’ammodernamento dei sistemi gestionali mediante l’introduzione delle tecnologie avanzate di informatizzazione.
 CRITICITA’ NELL’EROGATO AI COMUNI: il 60/70% dell’acqua molisana viene dispersa nelle condotte comunali fatiscenti
 Non bastano i progetti realizzati dall’E.R.I.M. qualche anno fa e gestiti attualmente da MOLISE ACQUE per garantire a tutti i comuni interessati un risparmio sul costo dell’acqua. Cosa succede?
Le sorgenti sono a valle, in pianura rispetto ai 108 comuni molisani serviti dall’ente, arroccati con dislivelli notevoli e variabili l’uno dall’altro, anche di centinaia di metri. L’acqua deve essere pompata in salita per raggiungere le condotte idriche dei comuni con un dispendio di energia elettrica ragguardevole che incide in maniera significativa sulle bollette idriche dei cittadini. Altro nervo scoperto, le condotte idriche dei comuni, che senza manutenzioni da anni risultano fatiscenti e con perdite idriche che vanno dal 60 al 70% dell’erogato da MOLISE ACQUE. In termini percentuali, è maggiore la quantità di risorsa idrica che si disperde che quella che viene consumata. I comuni, incassano solo il 30 / 40% dell’acqua che acquistano da MOLISE ACQUE per far quadrare i conti sono costretti ad aumentare al massimo il costo al metro cubo dell’acqua incidendo in maniera esagerata sul bilancio delle famiglie. Gli stessi comuni, castrati dai mancati trasferimenti dello Stato e dal mantenimento del patto di stabilità, non dispongono di risorse tali da poter intervenire sulle reti idriche per ristabilire le falle ed evitare le perdite.
COME INTERVENIRE?
Affidare a MOLISE ACQUE l’intera filiera delle acque dalla captazione alla restituzione nell’ambiente, come avviene nelle altre regioni limitrofe (vedi Puglia con ACQUEDOTTO PUGLIESE o ACEA nel Lazio). Quale in questo caso il senso di avere un unico referente?
In questo modo le responsabilità o i meriti sarebbero di un’unica entità e quindi facilmente controllabili. Per contenere al massimo la spesa elettrica di pompaggio idrico ai comuni si possono realizzare mini centrali idroelettriche o riattivare le esistenti, senza appaltare a privati la realizzazione o la gestione. MOLISE ACQUE disporrebbe di una ricchezza sostanziale in questo modo e ridurrebbe il costo dell’erogato ai cittadini. Necessariamente lo stesso ente agirebbe celermente per risolvere le principali criticità idriche dei comuni
CRITICITA’ NELL’EROGATO ALLE REGIONI LIMITROFE: milioni di euro mai richiesti alla Campania e alle altre regioni limitrofe
Qualche anno fa, la Campania completa la captazione del San Bartolomeo a Venafro che insieme ai pozzi di Campopino in Sesto Campano preleva una portata di circa 5.000 litri al secondo. La Regione Molise non ha mai chiesto il conto alla Campania o un contratto anche di pochi centesimi sull’erogato. Il Molise fornisce acqua all’Abruzzo attraverso la diga di Chiauci, la diga di Occhito fornisce acqua alla Puglia, la regione Molise non ha mai chiesto il conto: per quale motivo? Non sappiamo i motivi per cui la regione Molise non trasferisce dai vari assessorati tutte le competenze realative alle concessioni idriche a MOLISE ACQUE che possiede le competenze specifiche e la struttura per interessarsi accuratamente e quotidianamente della problematica idrica.
COME INTERVENIRE PER CONTRIBUIRE ALLA RICCHEZZA DELLA NOSTRA REGIONE?
Basterebbero 10 centesimi di euro a metro cubo per cambiare le sorti della finanza regionale, come? E’ presto detto con il conto della serva. Calcolando in media 5.000 litri/sec che la Campania preleva dall’area di Venafro, moltiplicarli per 10 centesimi di euro al metro cubo; considerando in una giornata 86.400 secondi per un anno, sono 31.536.000 secondi per 5 metri cubi al secondo prelevati, si avrebbe un introito di circa 15.760.000 euro annui solo per la captazione del San Bartolomeo e Campopino; considerando ulteriori introiti dall’utilizzo della diga di Chiauci verso l’Abruzzo e della diga di Occhito verso la Puglia, la regione Molise attraverso l’ente idrico arriverebbe ad incassare dai 25 ai 30 milioni di euro annualmente. Con queste cifre, le perdite idriche nei comuni sarebbero facilmente ripristinabili, il denaro che resterebbe nel Molise potrebbe essere utilizzato per impiantare nuove centrali idroelettriche e i cittadini arriverebbeo a pagare pochi centesimi per la loro acqua, oltre a poter contare su una programmazione per soddisfare le richieste di ordinaria e straordinaria amministrazione della nostra regione; oltre a offrire nuove possibilità di lavoro con l’indotto acquedottistico.
 LE RESPONSABILITA’ DELLA POLITICA : a Cesare quel che è di Cesare
 Per quale motivo l’ex governo Iorio non abbia chiesto mai il conto dell’erogato idrico alle regioni limitrofe o se lo abbia fatto è un mistero. Mai un tavolo di concertazione per richiedere il dovuto. Mai un’analisi esatta dei metri cubi che indebitamente le altre regioni ci sottraggono; mai una richiesta formale di risarcimento o uno straccio di contratto di fornitura. Cosa si cela nella mancanza di accordi sostanziali a favore delle casse regionali non è dato sapere ai cittadini, almeno fino ad oggi. E’ giunto il momento, con il cambio di testimone in regione, di far quadrare i conti.
Il nuovo governo regionale dovrà usare una maggiore attenzione su una risorsa peculiare come quella idrica. Per prima cosa dovrà ritrattare tutti gli accordi con le altre regioni e pretendere il pagamento delle spettanze. Nella posizione attuale vi è tutto da guadagnare sull’unica ricchezza certa e garantita. Bisogna iniziare con l’acqua per sviluppare nuova economia.
 Pietro Tonti

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