domenica 4 maggio 2014

Non si risolvono i problemi dell’occupazione riducendo i diritti dei lavoratori

Visti gli emendamenti apportatati dal Governo al Dl Lavoro il consigliere Monaco si sente pienamente in sintonia con il segretario della CGIL, Camusso, nell’affermare che: “Con queste modifiche si va a peggiorare un decreto che già non andava bene e si da' il via libera a un uso illegittimo e illimitato dei contratti a termine".








“Come si può pensare di affrontare una questione così delicata – prosegue il vicepresidente – semplicemente ampliando la precarizzazione del lavoro? Chiedere alle imprese che non rispettano la legge, nello specifico il tetto del 20% di lavoratori assunti con contratti a termine, di pagare semplicemente una multa invece di procedere a VERE assunzioni è un chiaro segno che non c’è nessun interesse nella tutela dei lavoratori, si preferisce accontentare le imprese che resterebbero praticamente impunite.

E’ il caso di riportare anche quanto scritto da Gad Lerner a tal proposito: ‘La traduzione pratica è che non esistono più vincoli legali al rapporto di lavoro precario. Se tu datore di lavoro sei pronto a pagare una sovrattassa -e ti conviene- potrai assumere e cacciare i dipendenti senza limitazione alcuna’. Con scelte che vanno nel segno della precarizzazione a vita si fa fatica a credere che questo Governo sia in grado di incarnare i valori su cui poggia la politica del centro-sinistra, non a caso i maggiori apprezzamenti provengono dal Nuovo Centro-destra”.

L’ampio utilizzo di forme diverse di lavoro subordinato o parasubordinato è una delle principali cause dell’assenza di speranza nel futuro da parte dei giovani e l’impossibilità di programmare anche per numerosissime famiglie. “Ancora una volta – prosegue Monaco – sento di poter citare la Camusso per esprimere il mio stesso pensiero: ‘bisogna decidere se il lavoro è lo strumento col quale si esce dalla crisi o  si pensa a svalorizzarlo. Personalmente mi sento indignato da scelte così poco rispettose della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici".

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