Dato peggiore del previsto: la fiducia c'è, i consumi ancora no. L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra, a marzo, una diminuzione del 2,1% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,1% rispetto a febbraio.
Il dato relativo alla variazione rilevata rispetto all'analogo mese del
2013 va valutato con estrema cautela, in considerazione del diverso
periodo in cui è caduta la Pasqua, elemento che ha comportato sensibili
effetti sulle dinamiche registrate da alcuni capitoli di spesa.La media mobile a tre mesi, corretta dai fattori stagionali conferma la stabilità registrata nei mesi più recenti.
Al di là degli effetti derivanti dalla diversa tempistica in cui sono cadute le festività pasquali emerge una situazione dei consumi ancora molto incerta, in linea con una dinamica dell'economia italiana che, seppure non più in recessione, stenta ad avviarsi in una fase di solida ripresa. Ad aprile, dopo alcuni mesi di graduale miglioramento, il sentiment delle imprese ha mostrato un contenuto calo, sintesi di andamenti non univoci delle aspettative degli operatori dei diversi settori produttivi.
Stando alle stime di Confindustria, ad aprile, dopo il contenuto miglioramento rilevato a marzo, la produzione industriale avrebbe segnalato una variazione nulla sul mese precedente. Nello stesso mese i dati sugli ordini registrano un miglioramento (+0,8% su marzo). Ad aprile il clima di fiducia delle famiglie ha mostrato un ulteriore miglioramento raggiungendo il livello più alto dall'inizio del 2010. Il recupero del sentiment appare diffuso sul territorio e legato sia ad aspettative di miglioramento del quadro economico generale che personale. La percezione di una situazione meno negativa, legata a dinamiche inflazionistiche contenute e a prospettive di parziale riduzione del carico fiscale, non si sono ancora tradotte in una ripresa della domanda per consumi.
A sostenere le aspettative delle famiglie potrebbe contribuire il miglioramento del mercato del lavoro. A marzo 2014 si è registrata una prima inversione di tendenza con un incremento degli occupati di 73mila unità rispetto a febbraio (-124mila rispetto all'analogo mese del 2013) ed una modesta flessione dei disoccupati (-5mila unità su base congiunturale, +194mila su base annua). Il tasso di disoccupazione si è attestato sul 12,7%.
Difficilmente nei prossimi mesi si assisterà ad una sensibile ripresa dei livelli occupazionali atta ad assorbire la forza lavoro disoccupata (effettiva e potenziale), in considerazione delle dinamiche che ancora si registrano sul versante della CIG che per la componente straordinaria ed in deroga risulta ancora in aumento.
La dinamica tendenziale dell'ICC di marzo riflette una diminuzione del 2,3% della domanda relativa ai servizi e dell1,6% della spesa per i beni.
A marzo 2014, variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,4%), in beni e servizi per ricreativi (+0,8%). Le riduzioni più significative si sono registrate per gli alimentari le bevande ed i tabacchi (-3,9%), l'abbigliamento e le calzature (-3,4%) e gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-3,2%). In calo è risultata anche la spesa per i beni e servizi per la mobilità (-2,5%) al cui interno le vendite di auto a privati sono tornate a registrare, dopo un trimestre, segno negativo tendenza che stando alle prime indicazioni è stata confermata anche ad aprile.
Stando alle stime di Confindustria, ad aprile, dopo il contenuto miglioramento rilevato a marzo, la produzione industriale avrebbe segnalato una variazione nulla sul mese precedente. Nello stesso mese i dati sugli ordini registrano un miglioramento (+0,8% su marzo). Ad aprile il clima di fiducia delle famiglie ha mostrato un ulteriore miglioramento raggiungendo il livello più alto dall'inizio del 2010. Il recupero del sentiment appare diffuso sul territorio e legato sia ad aspettative di miglioramento del quadro economico generale che personale. La percezione di una situazione meno negativa, legata a dinamiche inflazionistiche contenute e a prospettive di parziale riduzione del carico fiscale, non si sono ancora tradotte in una ripresa della domanda per consumi.
A sostenere le aspettative delle famiglie potrebbe contribuire il miglioramento del mercato del lavoro. A marzo 2014 si è registrata una prima inversione di tendenza con un incremento degli occupati di 73mila unità rispetto a febbraio (-124mila rispetto all'analogo mese del 2013) ed una modesta flessione dei disoccupati (-5mila unità su base congiunturale, +194mila su base annua). Il tasso di disoccupazione si è attestato sul 12,7%.
Difficilmente nei prossimi mesi si assisterà ad una sensibile ripresa dei livelli occupazionali atta ad assorbire la forza lavoro disoccupata (effettiva e potenziale), in considerazione delle dinamiche che ancora si registrano sul versante della CIG che per la componente straordinaria ed in deroga risulta ancora in aumento.
La dinamica tendenziale dell'ICC di marzo riflette una diminuzione del 2,3% della domanda relativa ai servizi e dell1,6% della spesa per i beni.
A marzo 2014, variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,4%), in beni e servizi per ricreativi (+0,8%). Le riduzioni più significative si sono registrate per gli alimentari le bevande ed i tabacchi (-3,9%), l'abbigliamento e le calzature (-3,4%) e gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-3,2%). In calo è risultata anche la spesa per i beni e servizi per la mobilità (-2,5%) al cui interno le vendite di auto a privati sono tornate a registrare, dopo un trimestre, segno negativo tendenza che stando alle prime indicazioni è stata confermata anche ad aprile.
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