giovedì 27 marzo 2014

Vendite al dettaglio, Confesercenti: Paese ancora fermo, Governo acceleri su provvedimenti

Allarme desertificazione per i negozi alimentari: in Italia ne sono rimasti 95mila, meno di 1,6 ogni mille abitanti. Tra gennaio e febbraio 30 chiusure al giorno.








Le vendite al dettaglio risultano ancora in stallo: a gennaio segnano una ‘crescita zero’ rispetto a dicembre, mentre scendono dello 0,9% nel confronto annuo. Lo rileva l’Istat. Insomma anche l’inizio del 2014 vede il commercio al palo, incluso il comparto alimentare: fermo su base mensile e in flessione dello 0,1% rispetto a gennaio del 2013.

In particolare, rispetto a gennaio 2013, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una flessione dello 0,1% per le vendite di prodotti alimentari e dell’1,3% per quelle di prodotti non alimentari. Nella media del trimestre novembre-gennaio 2014, l’indice registra una flessione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con dicembre 2013, a gennaio 2014 le vendite di prodotti alimentari mostrano una variazione nulla, quelle di prodotti non alimentari diminuiscono dello 0,1%. Le vendite per forma distributiva evidenziano, nel confronto con il mese di gennaio 2013, un aumento per la grande distribuzione (+1,0%) ed una flessione per le imprese operanti su piccole superfici (-2,5%).

Vendite, Confesercenti: “Il 2014 inizia male, Paese ancora fermo: Governo acceleri sui provvedimenti e trasformi la ritrovata fiducia dei consumatori in ripresa dei consumi”. Allarme desertificazione per i negozi alimentari: nel primo bimestre 30 chiusure al giorno. Rimaste solo 95mila imprese, meno di 1,6 ogni mille abitanti

“Il Paese è ancora fermo. Come rivela il dato Istat sulle vendite di gennaio, il 2014 si apre con l’ennesima flessione, segno inequivocabile della mancata ripresa e del persistere delle difficoltà delle famiglie.  Un dato solo in apparenza contraddittorio con la ritrovata fiducia dei consumatori di marzo. Un clima positivo, questo, a cui hanno contribuito i provvedimenti annunciati dal nuovo esecutivo, ma che adesso va tramutato in ripresa effettiva dei consumi”.

Così, Confesercenti commenta le rilevazioni dell’Istituto di Statistica.
 
“Il Governo deve accelerare sulle misure a favore delle imprese e per il sostegno ai redditi più deboli, senza fare alcun passo indietro sulla platea dei beneficiari, semmai invece allargandola, per porre fine alla lunga crisi del mercato interno. Che è particolarmente grave per le piccole superfici, le cui vendite registrano variazioni tendenziali negative da maggio 2012, per 21 mesi consecutivi.

La crisi dei consumi, unita all’eccesso di liberalizzazioni sugli orari e sui giorni di apertura, sta cancellando le PMI della distribuzione commerciale, desertificando le vie delle nostre città. Un fenomeno particolarmente evidente nel comparto del commercio alimentare: tra gennaio e febbraio, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti, in Italia hanno chiuso circa 30 imprese al giorno, a fronte di 682 aperture in tutto il periodo, per un saldo negativo di 1.070 unità.

In totale, nel nostro Paese rimangono attive solo 95.105 imprese del dettaglio alimentare, pari a 1,59 ogni 1000 abitanti. E in molti comuni capoluogo di provincia come Trento, Modena e Reggio Emilia, è rimasto ormai meno di un negozio alimentare ogni 1.000 abitanti. Il servizio di vicinato, garanzia per le fasce di popolazione più deboli e per la sicurezza del territorio, è sempre più a rischio”.

Nessun commento: