martedì 18 marzo 2014

Raccolta firme sui beni confiscati alla mafia, Cristiano Di Pietro: "Oltre 600 sottoscrizioni in sole tre ore

Una forte affluenza, quella registrata dall’Italia dei Valori in occasione della raccolta firme organizzata anche in Molise, nelle piazze di Termoli Campobasso e Bojano, nella giornata di domenica u.s. per la proposta di legge di iniziativa popolare che riguarda i beni confiscati alla mafia.









Oltre 600 sottoscrizioni raccolte in sole tre ore. Una risposta decisamente positiva  - ha sottolineato con soddisfazione il segretario regionale IdV Molise Cristiano Di Pietro - indicativa di quanto certi temi riescano a coinvolgere e catturare l’attenzione e il consenso dei cittadini.

Tre i punti centrali su cui poggia la proposta di legge di iniziativa popolare. Primo: rendere sempre più efficace ed efficiente l’Agenzia per i beni confiscati, snellendone le procedure e istituendo un Albo dei beni confiscati con valore costitutivo e di conoscenza legale. Secondo: realizzare un bilanciamento tra le esigenze dello Stato, degli enti territoriali e dei soggetti privati, rendendo disponibili per le finalità dello Stato parte dei proventi derivanti dall’utilizzo dei beni confiscati (e quindi entrati a far parte dell’erario) con la destinazione degli immobili a scopi economici di valenza generale oltre che sociali.

Terzo: puntare a rendere produttive le oltre 1.700 aziende confiscate alla criminalità organizzata, affidandone la gestione a soggetti privati con adeguata professionalità sotto il controllo e con il sostegno degli enti pubblici. L’obiettivo è quello di evitare che, nel tempo intercorrente tra il sequestro e la confisca definitiva (mediamente tra i 4 e i 5 anni), durante il quale lo Stato deve accollarsi anche i costi di gestione, l’azienda finisca per fallire (cosa che avviene attualmente nel 90% dei casi). Per questo la nostra proposta prevede che, se entro 90 giorni dalla confisca non è fatta richiesta di utilizzo da parte di associazioni o enti locali, il bene deve essere messo in vendita.

Si parla in tutto di 80 miliardi di beni, tra ville, terreni e altro – ha continuato Di Pietro - una cifra 8 volte più grande della  manovra con cui il premier Matteo Renzi intende abbattere il cuneo fiscale. È ora di agire andando ad attingere le risorse necessarie al rilancio del nostro Paese, non più e non soltanto dalle tasche degli italiani – ha  concluso - ma da quelle dei mafiosi”.

Nessun commento: