mercoledì 6 novembre 2013

Contrastare il declinismo dell’Europa: Una nuova visione per le imprese italiane

L’iniziativa di Rete Imprese Italia, oggi a Roma presso l’Acquario Romano. Contrastare pessimismi e declinismi e rimboccarsi le maniche, come fanno le piccole imprese, per uscire dalla crisi.






È questo il messaggio di “Contrastare il declinismo dell’Europa: una nuova visione per le imprese italiane”, la Conferenza di Rete Imprese Italia per discutere il rilancio del Paese. A partire dalla valorizzazione delle Pmi italiane, il cui fatturato supera in valore quello delle grandi imprese britanniche e francesi.

Previsti gli interventi del Presidente Rete Imprese Italia e Preside te Cna, di Lucrezia Reichlin, della London Business School, di Giacomo Vaciago, di Ref Ricerche, di Mariana Mazzucato, della Sussex University, di Stefano Micelli, della Università Ca’ Foscari di Venezia e il Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino. presiede i lavori Giuseppe De Rita, Presidente Fondazione Rete Imprese Italia.

Rete imprese Itali, spiega il Presidente di Rete Imprese Ivan Malavasi, sollecita alla politica italiana e europea “un’inversione di rotta” improntata a “rigore, crescita ed equità” prendendo a modello “le piccole, le medie e le piccolissime imprese che non hanno mai smesso di reagire” alla crisi. “Rischiamo, come Paese, di rimanere prigionieri di un atteggiamento depressivo molto pericoloso”.

Per questo, Rete chiede alle istituzioni nazionali di utilizzare al meglio i Fondi europei per lo sviluppo, monitorando la qualità della spesa. Per l’Europa, inoltre indica come priorità dare continuità all’aggiustamento strutturale, migliorare l’accesso al credito e indirizzare al meglio le risorse, soprattutto verso progetti di immediata cantierabilità e piani per favorire l’occupazione giovanile.

“L’Unione europea – osserva Malavasi – deve, altresì, evitare che interventi come la tassazione sulle transazioni finanziarie e la lotta alle frodi Iva internazionali possano produrre ulteriori aumenti della pressione fiscale, ormai insopportabili per imprese e famiglie”.

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