Sono terminate le procedure per definire e consentire l’accredito dei mandati di pagamento per cinque milioni di euro disposto dalla Giunta regionale il 5 agosto 2013.
Da ieri mattina, dopo un iter complicato perché dipendente da complesse procedure burocratiche e anche dai tempi di risposta delle Amministrazioni e degli Enti attuatori interessati, le imprese esecutrici dei lavori di ricostruzione in credito nei confronti dell’Agenzia regionale di Protezione Civile cominciano a incassare le somme stanziate dalla Giunta regionale all’inizio del mese scorso.
E’ utile rimarcare che solo alla fine del mese agosto, con atto deliberativo numero 408 della Giunta regionale, si è potuto prendere atto degli elenchi degli ammessi e cioè delle richieste di liquidazione con iter istruttorio tecnico favorevolmente concluso, passaggio questo propedeutico alla liquidazione vera e propria delle somme.
La buona notizia è che agli iniziali cinque milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale, si sono potuti aggiungere anche altri 2 milioni 745mila 482 euro quale rimborso delle somme già pagate dall’Agenzia in regime di anticipazione a valere dei fondi trasferiti dalla contabilità speciale della cessata Struttura Commissariale.
Quindi, al momento, sono erogabili 7 milioni 745mila 482 euro: Solo ieri sono stati effettuati mandati di pagamento per oltre 2 milioni di euro.
Parimenti sono state trasmesse al Ministero competente le schede complete per la relativa stipula degli accordi di programma quadro per circa 95 milioni di euro di fondi Cipe.
Insieme ai sindaci dei Comuni ancora pesantemente coinvolti nella ricostruzione mai conclusa, con il supporto dei tecnici della struttura, stiamo altresì procedendo ad una verifica capillare dello stato della ricostruzione. Un percorso di ricognizione, avviato di concerto con il presidente Frattura, con l’obiettivo di stilare una vera e propria tabella di marcia che tenga prioritariamente conto delle centinaia di persone che vivono ancora negli alloggi provvisori, sebbene siano passati undici anni dal terremoto.
I numeri raccontano un’altra verità, diversa da quella che ci hanno fatto ascoltare in questo decennio. Le situazioni che vengono quotidianamente alla luce, confermate dai dati ufficiali, offrono una visione complessiva della vicenda ricostruzione che conferma – per difetto – quello che abbiamo denunciato quando eravamo minoranza e che abbiamo, oggi, il dovere di risolvere.
Nei comuni del cratere sismico sono 828 le persone definite "senza tetto": di queste 316 vivono ancora negli chalet di legno e 512 in autonoma sistemazione. Nei Comuni fuori dal cratere sono invece 48 le persone che vivono nei villaggi provvisori e 330 quelle sistemate in case in affitto. Nessuno degli sfollati a causa del sisma attualmente gode del contributo per l’autonoma sistemazione, terminato anch’esso con la fine dell’emergenza. La fine degli aiuti straordinari, sia chiaro, perché l’emergenza vera non è mai terminata purtroppo.
Nei Comuni del cratere, per gli interventi di Classe A e relativamente alle pratiche favorevolmente istruite, la ricostruzione è ferma al 37%.
Solo Morrone nel Sannio può vantare lavori terminati al 94%. Nel resto dei comuni, invece, la stessa percentuale varia dal 13% di Provvidenti al 54% di Casacalenda. Ci sono Rotello con il 17% dei lavori terminati, Castellino del Biferno con il 20%, Colletorto con il 23%, Montorio nei Frentani con il 31%, Larino con il 38%, Bonefro con il 39%, Santa Croce di Magliano con il 41%, Ururi con il 42%, Provvidenti con il 48%, Montelongo con il 53%.
Sempre nei comuni dei cratere sismico (ad esclusione di San Giuliano di Puglia la cui ricostruzione, com’è noto, è stata finanziata con uno specifico piano) è stato liquidato il 61% degli interventi di classe A per un totale di 151 milioni 235mila 694 euro, a fronte dei 247 milioni 307mila 606 euro finanziati.
Per i Comuni fuori dal cratere la situazione si ferma al 29%, con importi liquidati per 11 milioni 554mila 403 euro a fronte dei circa 40 milioni di euro finanziati. In totale, per le classi A, i progetti (dentro e fuori il cratere sismico) sono 751 per 286milioni, 693 mila 443 euro di cui 162 milioni 790mila 097 euro liquidati. Per la classe “A bis”, la percentuale degli importi liquidati nei comuni del cratere sismico si ferma al 33% per un importo liquidato di 1 milioni 168mila 608 euro a fronte di importi finanziati per 3 milioni 558mila 785 euro. Dei due progetti totali che riguardano i Comuni fuori dal cratere, sempre la classe “A bis”, invece, non risulta alcun importo liquidato.
Riportare a casa i molisani che da quel maledetto ottobre del 2002 sono costretti alla precarietà di vita è l’obiettivo dichiarato di questa maggioranza di governo; concludere il capitolo della ricostruzione post sisma è un nostro preciso dovere.
Sono questi i due traguardi che è prioritario raggiungere attraverso una radicale modifica delle strutture che fino ad oggi hanno governato i processi. La conoscenza dei meccanismi che regolano le procedure, alla luce di questi mesi di attività istituzionale svolta anche dentro l’Agenzia, costringe ad una decisa rivisitazione della legge che ha istituito, alla fine dell’aprile 2012, l’Arpc al fine, soprattutto, di velocizzare gli iter burocratici.
In questo solco stiamo lavorando alacremente perché possa concludersi anche l’iter normativo della nuova proposta di legge che differenzierà le attività di ricostruzione post sisma da quelle di Protezione Civile, riportando le competenze di quest’ultima tra i servizi regionali. La ricostruzione è l’unico obiettivo da raggiungere attraverso una struttura amministrativa che sarà leggera, snella nelle procedure, efficace e operativa, con un “mandato” a tempo. Dopo undici anni di parole e promesse, non c’è davvero più tempo (né denaro) da sprecare.
E’ utile rimarcare che solo alla fine del mese agosto, con atto deliberativo numero 408 della Giunta regionale, si è potuto prendere atto degli elenchi degli ammessi e cioè delle richieste di liquidazione con iter istruttorio tecnico favorevolmente concluso, passaggio questo propedeutico alla liquidazione vera e propria delle somme.
La buona notizia è che agli iniziali cinque milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale, si sono potuti aggiungere anche altri 2 milioni 745mila 482 euro quale rimborso delle somme già pagate dall’Agenzia in regime di anticipazione a valere dei fondi trasferiti dalla contabilità speciale della cessata Struttura Commissariale.
Quindi, al momento, sono erogabili 7 milioni 745mila 482 euro: Solo ieri sono stati effettuati mandati di pagamento per oltre 2 milioni di euro.
Parimenti sono state trasmesse al Ministero competente le schede complete per la relativa stipula degli accordi di programma quadro per circa 95 milioni di euro di fondi Cipe.
Insieme ai sindaci dei Comuni ancora pesantemente coinvolti nella ricostruzione mai conclusa, con il supporto dei tecnici della struttura, stiamo altresì procedendo ad una verifica capillare dello stato della ricostruzione. Un percorso di ricognizione, avviato di concerto con il presidente Frattura, con l’obiettivo di stilare una vera e propria tabella di marcia che tenga prioritariamente conto delle centinaia di persone che vivono ancora negli alloggi provvisori, sebbene siano passati undici anni dal terremoto.
I numeri raccontano un’altra verità, diversa da quella che ci hanno fatto ascoltare in questo decennio. Le situazioni che vengono quotidianamente alla luce, confermate dai dati ufficiali, offrono una visione complessiva della vicenda ricostruzione che conferma – per difetto – quello che abbiamo denunciato quando eravamo minoranza e che abbiamo, oggi, il dovere di risolvere.
Nei comuni del cratere sismico sono 828 le persone definite "senza tetto": di queste 316 vivono ancora negli chalet di legno e 512 in autonoma sistemazione. Nei Comuni fuori dal cratere sono invece 48 le persone che vivono nei villaggi provvisori e 330 quelle sistemate in case in affitto. Nessuno degli sfollati a causa del sisma attualmente gode del contributo per l’autonoma sistemazione, terminato anch’esso con la fine dell’emergenza. La fine degli aiuti straordinari, sia chiaro, perché l’emergenza vera non è mai terminata purtroppo.
Nei Comuni del cratere, per gli interventi di Classe A e relativamente alle pratiche favorevolmente istruite, la ricostruzione è ferma al 37%.
Solo Morrone nel Sannio può vantare lavori terminati al 94%. Nel resto dei comuni, invece, la stessa percentuale varia dal 13% di Provvidenti al 54% di Casacalenda. Ci sono Rotello con il 17% dei lavori terminati, Castellino del Biferno con il 20%, Colletorto con il 23%, Montorio nei Frentani con il 31%, Larino con il 38%, Bonefro con il 39%, Santa Croce di Magliano con il 41%, Ururi con il 42%, Provvidenti con il 48%, Montelongo con il 53%.
Sempre nei comuni dei cratere sismico (ad esclusione di San Giuliano di Puglia la cui ricostruzione, com’è noto, è stata finanziata con uno specifico piano) è stato liquidato il 61% degli interventi di classe A per un totale di 151 milioni 235mila 694 euro, a fronte dei 247 milioni 307mila 606 euro finanziati.
Per i Comuni fuori dal cratere la situazione si ferma al 29%, con importi liquidati per 11 milioni 554mila 403 euro a fronte dei circa 40 milioni di euro finanziati. In totale, per le classi A, i progetti (dentro e fuori il cratere sismico) sono 751 per 286milioni, 693 mila 443 euro di cui 162 milioni 790mila 097 euro liquidati. Per la classe “A bis”, la percentuale degli importi liquidati nei comuni del cratere sismico si ferma al 33% per un importo liquidato di 1 milioni 168mila 608 euro a fronte di importi finanziati per 3 milioni 558mila 785 euro. Dei due progetti totali che riguardano i Comuni fuori dal cratere, sempre la classe “A bis”, invece, non risulta alcun importo liquidato.
Riportare a casa i molisani che da quel maledetto ottobre del 2002 sono costretti alla precarietà di vita è l’obiettivo dichiarato di questa maggioranza di governo; concludere il capitolo della ricostruzione post sisma è un nostro preciso dovere.
Sono questi i due traguardi che è prioritario raggiungere attraverso una radicale modifica delle strutture che fino ad oggi hanno governato i processi. La conoscenza dei meccanismi che regolano le procedure, alla luce di questi mesi di attività istituzionale svolta anche dentro l’Agenzia, costringe ad una decisa rivisitazione della legge che ha istituito, alla fine dell’aprile 2012, l’Arpc al fine, soprattutto, di velocizzare gli iter burocratici.
In questo solco stiamo lavorando alacremente perché possa concludersi anche l’iter normativo della nuova proposta di legge che differenzierà le attività di ricostruzione post sisma da quelle di Protezione Civile, riportando le competenze di quest’ultima tra i servizi regionali. La ricostruzione è l’unico obiettivo da raggiungere attraverso una struttura amministrativa che sarà leggera, snella nelle procedure, efficace e operativa, con un “mandato” a tempo. Dopo undici anni di parole e promesse, non c’è davvero più tempo (né denaro) da sprecare.
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