lunedì 5 agosto 2013

Trattamenti pensionistici e beneficiari: Un’analisi di genere

Nel 2011, dei 23.686.348 trattamenti pensionistici il 56,4% è stato erogato a donne e il 43,6% a uomini.






Le donne, pur rappresentando il 52,9% dei pensionati (8,8 milioni su 16,7 milioni) e più della metà delle pensioni, percepiscono solo il 43,9% dei 266 miliardi di euro erogati (il 56,1% è, infatti, destinato agli uomini).

L'importo medio annuo delle prestazioni di titolarità maschile ammonta a 14.460 euro, il 65,6% in più di quello delle pensioni di titolarità femminile, che si attesta a 8.732 euro.

In media il numero di trattamenti percepiti è maggiore nelle donne rispetto agli uomini è ciò fa sì che il divario economico di genere si riduca al 43,8% se calcolato sul reddito pensionistico, che risulta pari a 19.022 euro per gli uomini e a 13.228 per le donne.

Tra il 2001 e il 2011, i differenziali degli importi medi delle pensioni e dei redditi pensionistici tra uomini e donne sono cresciuti, rispettivamente, di 4,5 e 1,7 punti percentuali.

Oltre la metà (53,4%) delle donne percepisce meno di mille euro, contro un terzo (33,6%) degli uomini.

Il numero degli uomini (657 mila) che percepiscono un reddito pensionistico mensile pari o superiore ai 3000 euro è di oltre tre volte più elevato di quello delle donne (204 mila).

Le disuguaglianze più marcate si osservano tra le regioni del Nord, sia con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni sia in relazione al reddito pensionistico dei beneficiari.

Il rapporto tra il numero di pensionati e quello della popolazione occupata - rapporto di dipendenza - è a svantaggio delle donne: 91,7 pensionate ogni 100 lavoratrici, a fronte di 55,9 pensionati ogni 100 lavoratori.

Il tasso di pensionamento (rapporto tra il numero delle pensioni e quello della popolazione) è superiore nelle donne rispetto agli uomini, e pari rispettivamente a 43,6 e a 35,9.

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