martedì 6 agosto 2013

PIL. I principali indicatori economici confermano una situazione drammatica

Federconsumatori, indispensabile eliminare l’aumento dell’Iva ed investire sulla ripresa. L’Istat ha diramato oggi l’ennesimo dato negativo della nostra economia. Il PIL registra l’ ottavo calo consecutivo, registrando una variazione acquisita per il 2013 pari al -1,7%.





La produzione industriale e persino l’export continuano ad andare non molto bene. A ciò aggiungiamo la contrazione dei consumi delle famiglie che, secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel biennio 2012-2013 risulta pari al -7,3%, che equivale ad una contrazione della spesa complessiva delle famiglie di circa 52 miliardi di Euro, pari a 2161 Euro a famiglia.

Allarmanti, inoltre, i dati del Cerved sul fallimento delle imprese italiane, che rilevano nel primo trimestre 2013 ben 3.500 procedure di fallimento avviate, il +12% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Un andamento estremamente grave, che non fa altro che confermare le preoccupazioni che Federconsumatori ed Adusbef esprimono da anni.

L’elemento più allarmante non sono i dati, già di per sé drammatici, registrati finora, bensì quelli che si registreranno a fine anno, ( si profila una caduta del PIL oltre il 2%) a meno che non si avviino immediati ed urgenti provvedimenti tesi a risollevare le sorti dell’economia italiana.

"Prima di tutto è urgente evitare categoricamente ogni operazione che possa decurtare ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, come l’aumento dell’Iva". – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Un rinvio non è più sufficiente, bisogna cassare definitivamente tale provvedimento che avrebbe effetti disastrosi non solo per i cittadini (con ricadute dirette ed indirette di +207 Euro nel 2013), ma per l’intero sistema economico.

Inoltre è fondamentale  l’avvio di un serio piano per la ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, fondamentali anche dal punto di vista di un rilancio dell’occupazione, in particolar modo quella giovanile, oltre a seri processi di detassazione sull’Imu prima casa (escludendo case lusso), sull’Iva come già detto e sulla rimodulazione della Tares. 

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