mercoledì 15 maggio 2013

Psz Riccia-Bojano, focus su alcol e cattiva alimentazione

Fanelli: "Dati allarmanti. Formeremo e informeremo". "I risultati? Drammatici. I dati emersi hanno evidenziato qualcosa di estremamente preoccupante.







L'indagine è unica, in Molise non sono concretizzati dati così chiari e resi rispetto al territorio specifico. E sono seriamente allarmanti". Le parole di Micaela Fanelli, presidente del Piano Sociale di Zona Fortore-Matese e sindaco di Riccia, commentano gli elementi emersi dalla capillare e chirurgica indagine effettuata sul Molise sui temi dell’alcol e dell’alimentazione.

In particolare, il Piano Sociale di Zona Riccia-Bojano e l'Associazione ABC PSY - Impresa Sociale, con il patrocinio dell’ A.S.Re.M., hanno sviluppato due importanti progetti di prevenzione e promozione della salute (per informazioni www.abcpsy.it), avviati parallelamente nelle scuole (tutte quelle contattate hanno aderito) il 18 settembre 2012, denominati "A scuola di Educazione Alimentare” e “Alcool Free".

Qualcosa come 1300 studenti, 14 scuole, 24 Comuni, in tutto 1500 tra insegnanti e genitori: ecco i numeri delle persone coinvolte nei progetti che, nello specifico, hanno riguardato le classi IV° e V° elementare e II° e III° media delle scuole di Riccia, Bojano, Campodipietra, Campolieto, Cercemaggiore, Gambatesa, Guardiaregia, Gildone, Jelsi, Matrice, Monacilioni, San Giuliano del Sannio, Spinete, Sepino e Toro.

Nei giorni scorsi, a Riccia, con la presenza anche di piscologi, si è tenuto l’evento divulgativo finale relativo ai progetti. "Metà dei nostri giovani non sa che l'alcol fa male - ha evidenziato con allarme Micaela Fanelli, responsabile dei progetti – Ora informare e formare è fondamentale. Occorre un monitoraggio nel tempo e una continua azione di promozione della salute e prevenzione.

I rapporti con la scuola e soprattutto la famiglia sono da potenziare, con attività coinvolgenti e mirate! Si tratta quindi di un’operazione di prevenzione urgente, soprattutto per quanto riguarda la piaga dell’alcolismo delle aree interne, alimentata dal disagio e dalla crisi economica".

Per il progetto sull’alimentazione, ecco alcuni dati emersi: il 9,5% dei bambini maschi e l’8,5% delle bambine è in sovrappeso; inoltre il 2,1% dei bambini e l’1,7% delle bambine hanno un sovrappeso importante. Complessivamente, l’11,6% dei bambini delle scuole elementari e il 10,2% delle bambine hanno un problema di sovrappeso.

Rispetto alle elementari, la situazione nutrizionale dei ragazzi e ragazze delle scuole medie è peggiore: Il 16,3% dei ragazzi ha un problema di sovrappeso, idem il 17,7% delle ragazze. Va ricordato che l’obesità ed il sovrappeso in età evolutiva tendono a persistere in età adulta, e a favorire lo sviluppo di gravi patologie, quali malattie cardio-cerebro-vascolari, diabete tipo 2 ed alcuni tumori. Va da sé che risulta necessario mantenere una sorveglianza regolare dell’andamento di tale fenomeno nella popolazione infantile molisana.

L’indagine ha dunque messo in luce la grande diffusione fra i bambini e i ragazzi di abitudini alimentari errate che non favoriscono una crescita armonica e sono fortemente predisponenti all’aumento di peso, specie se concomitanti. "Questo rischio per i bambini – ha sottolineato Fanelli - può essere limitato da un cambiamento di abitudini familiari e tramite il sostegno della scuola ai bambini e alle loro famiglie".

Per quanto riguarda il capitolo-sport, il 22,7% dei bambini e il 20,3% dei ragazzi delle medie ha affermato di non praticarlo. In sostanza, l’indagine ha evidenziato che i bambini praticano poca attività fisica. La maggior parte di loro è attiva solo 2 o 3 giorni a settimana e addirittura più del 20% non fa mai attività fisica, anche per ragioni legate al recarsi a scuola con mezzi motorizzati, giocare poco all’aperto e non fare sufficienti attività sportive strutturate. Si sottolinea che la promozione dell’attività fisica è uno degli obiettivi del Piano Nazionale di Prevenzione, la quale attività fisica è un fattore determinante per conservare o migliorare la salute dell’individuo essendo in grado di ridurre il rischio di molte malattie cronico-degenerative.

Fanelli ha evidenziato che le misure "per essere efficaci devono prevedere il coinvolgimento della scuola e della famiglia attraverso programmi integrati, che coinvolgano cioè diversi settori e ambiti sociali, e multi-componenti, che mirino ad aspetti diversi della salute del bambino, quali alimentazione, attività fisica, prevenzione di fattori di rischio legati all’età, con l’obiettivo generale di promuovere l’adozione di stili di vita più sani". Di qui l’indagine ha permesso di porre le basi per un monitoraggio del miglioramento di quelle condizioni che devono permettere alla scuola di svolgere il ruolo di promozione della salute dei bambini e delle loro famiglie.

Per il tema-alcol, subito un dato allarmante:  ben il 64,5% dei ragazzi (di età compresa tra gli 11 e i 14 anni) ha dichiarato di aver bevuto bevande alcoliche. La legge, va ricordato, vieta ai minori di 16 anni di bere in quanto tale comportamento provoca gravi danni fisici, psichici e relazionali.

Alla domanda 'Che età avevi quando hai bevuto la prima volta?', il 6% addirittura ha dichiarato di aver bevuto prima degli 8 anni. Poi, il 49,9% non sa che l’assunzione di droghe (e quindi anche di alcol) può modificare una o più funzioni dell’organismo e ne determinano uno stato di dipendenza. Il 21,6% dei ragazzi invece non sa che l’alcol può provocare l’insorgenza di malattie serie come i tumori. Inoltre, Il 71,5% ignora che l’assunzione di bevande alcoliche può causare malattie alla bocca. Non risulta poi chiaro l’effetto dell’alcol sulla percezione sensoriale e sulle capacità attentive: il 47,3% dei ragazzi ritiene erroneamente che l’alcol non altera queste capacità cognitive.

"Il 32,4% - sottolinea con allarme il presidente Fanelli - dichiara di bere in famiglia e il 30,1% con gli amici”. La famiglia quindi consente ai ragazzi di età inferiore a 16 anni di bere dimostrando di avere poca consapevolezza dei danni e delle problematiche alcol-correlate. “Alla luce di questo scenario, lavoreremo con forza, impegno e costanza per offrire un’adeguata informazione, sensibilizzazione e prevenzione assolutamente necessarie!".

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