sabato 4 maggio 2013

Prometeia: Pil nel 2020 ancora inferiore ai livelli precedenti alla crisi

Prometeia ha presentato a Bologna il Rapporto di Previsione "aprile 2013" sulle prospettive di breve-medio termine dell’economia internazionale e italiana.










Italia fuori dalla recessione non prima del secondo semestre 2014. Il pagamento di 40 mld di crediti della pubblica amministrazione può contribuire ad aumentare il Pil dello 0.2% nel 2013 e 0.3% nel 2014.

Tre mesi fa Prometeia prevedeva per il 2013 una caduta del Pil italiano dello 0.6%. Ora la caduta prevista è quasi triplicata e ha raggiunto l’1.5%. Nell’ampiezza inusuale di questa revisione sta tutta la difficoltà di questa fase ciclica. L’economia italiana sta pagando un costo molto elevato a causa della situazione che si è venuta a creare per il succedersi delle crisi dei debiti privati e dei debiti sovrani.

E’ vero che rispetto a un anno e mezzo fa la situazione italiana è molto migliorata e ne è conferma lo spread Btp-Bund che si attesta stabilmente attorno ai 300 pb e l’indebitamento delle Ap sia rientrato al 3%. È però altrettanto vero che la caduta di Pil è stata ingente (-3.7% tra il 2011 e il 2012) e non è diminuita di intensità: dopo un’attenuazione del ritmo di riduzione dell’attività economica durante la scorsa estate, in autunno la recessione è tornata a mordere con una caduta dello 0.8% che ha lasciato al 2013 un’eredità negativa (un punto di Pil) e superiore alle attese.

L’inizio dell’anno si è invece confermato più sereno. La produzione industriale è cresciuta in gennaio (1%) e, dopo un rimbalzo negativo in febbraio (-0.8%), Prometeia prevede che risulti nuovamente in crescita in marzo (0.5%): il primo trimestre si chiuderebbe dunque  con una sia pure modestissima crescita della produzione industriale e una caduta del Pil (-0.2%) in decisa attenuazione rispetto alla fine dello scorso anno.

Sono due i fattori di novità di questa prima parte dell’anno. Il primo è l’incertezza politica apertasi con l’esito delle elezioni di fine febbraio, il secondo la carenza di liquidità che dal sistema bancario si è trasmesso al settore privato e rischia di avvitarsi in un circolo vizioso.

Infatti, se da un lato cinque anni di recessione hanno provato l’economia italiana come mai era avvenuto in passato, dall’altro il faticoso processo di riduzione della leva del settore pubblico, certo improcrastinabile, si sta accompagnando a un analogo processo da parte del settore bancario. Quello che oggi da più parti si teme, e vi sono segnali che tendono a confermare questo sospetto, è che si stia verificando un pericoloso avvitamento tra questa riduzione della leva e le condizioni delle imprese e delle famiglie.

Invece, il pagamento dei crediti pregressi delle Ap, appena deliberato con il D.L. 35/2013 potrebbe consentire di alleviare, almeno in parte, i vincoli di liquidità per alcune imprese col pagamento di 40 miliardi di euro tra il 2013 e il 2014. Nell’ipotesi che siano effettuati nei tempi previsti, Prometeia stima che tali pagamenti consentiranno di aumentare il Pil di due e tre decimi di punto nel 2013 e 2014 rispettivamente, con un impatto significativo soprattutto sugli investimenti (superiore all’1%). A tali effetti è associata la possibilità che nel quarto trimestre di quest’anno si interrompa la caduta in atto dal 2011.

La domanda estera si conferma come l’unico traino possibile e le esportazioni l’unica componente della domanda in crescita per il terzo anno consecutivo. Il rafforzamento del ciclo internazionale riporterà positiva la crescita del Pil alla fine dell’anno e sosterrà la ripresa degli investimenti in macchinari e impianti. L’eredità negativa del 2013 condizionerà invece anche il 2014 per i consumi delle famiglie che, pur interrompendo la caduta, per il terzo anno consecutivo registreranno nella media dell’anno un’altra flessione.

Il Pil tornerà dunque a crescere dall’ultimo trimestre di quest’anno, ma sarà solo nella seconda metà del 2014 che tutte le componenti di domanda si riporteranno su tassi di crescita positivi. Si potrà quindi dire di essere fuori dalla più lunga recessione della storia repubblicana? Prometeia ritiene al momento di poter rispondere affermativamente, prevedendo un rafforzamento del ciclo per il 2015 seppur ben lontani dall’aver recuperato i livelli sui quali l’economia italiana si trovava prima dell’avvio della crisi finanziaria, che già Prometeia riteneva insoddisfacenti.

Saranno trascorsi otto anni, un arco di tempo che per le crisi anche gravi del passato era stato mediamente sufficiente ad assicurarne il superamento, ma il Pil sarà ancora inferiore di 5.8 punti percentuali, si saranno perse 1 milione 390 mila unità di lavoro e il tasso di disoccupazione sarà più alto di 5.9 punti. Gli indicatori macroeconomici del benessere delle famiglie, i consumi pro-capite e il reddito disponibile pro-capite, saranno inferiori al livello pre-crisi rispettivamente di 10.3 e 13.2 punti percentuali: saremo tornati ai livelli di reddito del 1986 e per limitare al 'solo' 1997 il regresso negli standard di consumo le famiglie avranno ridotto di 2 punti la propensione al risparmio.

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