mercoledì 10 aprile 2013

Isernia. Aziende sul lastrico, ma i controlli dell'Ispettorato del Lavoro sono sempre più puntuali ed efficienti in una economia votata al suicidio

Industria, commercio, artigianato sul lastrico in provincia di Isernia, fatevi un giro in città e vedete cosa accade e quante attività hanno chiuso i battenti.







Mentre d'altro canto le forze preposte al controllo e alla tutela devono fare il loro lavoro e spesso non sanno dove andare per ottenere dei risultati che possano giustificare la loro permanenza in città. Mi riferisco all'Ispettorato del Lavoro di Isernia che con la crisi in corso ha veramente poco da fare. 

 Notoriamente i  controlli, finalizzati ad evitare lavoratori in nero e tutelare la sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto nell'edilizia, è venuta meno, data l'esiguità dei cantieri ancora aperti. Con l'inaugurazione del  centro commerciale "Le Rampe" ad Isernia, in antitesi rispetto a tutto quello che sta accadendo, in una scommessa commerciale temeraria in questo momento storico che ha catalizzato l'attenzione di una decina di operatori nell'apertura al pubblico del centro, ma ha contribuito a garantire una trentina di unità lavorative dove il nulla impera e la disoccupazione è galoppante; immediatamente gli Ispettori del Lavoro hanno trovato legittimamente qualcosa da fare e controlli immediati.

Su questo nulla questio. Il paradosso provinciale è nella proporzione di territorio così esigua, i cui i repentini controlli in una economia così martoriata possono ulteriormente contribuire a rendere vana qualsiasi iniziativa commerciale. Lo stupore degli operatori che hanno anche 20 punti vendita in Italia e sono approdati ad Isernia è stato tanto nel vedersi controlli a poche ore dall'apertura, mentre in altre realtà metropolitane, ma anche su Campobasso, gli Ispettori del Lavoro sono arrivati a distanza di oltre un anno dall'apertura  ai controlli di routine.

 A prescindere che la tutela del lavoro è sacra e la legge non ammette ignoranza, la questione la si pone sotto un profilo di castrazione chimica di una realtà oramai collassata, dove anche chi crede di poter rimanere ,vive in uno stato di polizia. Provate a girarvi intorno, si contano più forze dell'ordine che cittadini occupati e il paradosso se pur giustificando l'operato di chi è preposto alla nostra tutela è sproporzionato sul numero di abitanti.

Rivolgiamo un accorato appello ad una maggiore tutela anche dei possessori di partita IVA. A quei dirigenti che magari vengono nella nostra realtà  solo una volta a settimana, diramano ordini repentini di controlli a tappeto ai loro sottoposti, pensando di raggiungere solo obiettivi numerici per fare bella figura e giustificare i loro lauti stipendi ministreiali, mentre l'economia muore con essa famiglie e giovani che non hanno più da vivere e fuggono via nella disperazione più assoluta. Una sola preghiera rivolgiamo: cercate di salvare e tutelare ancora quelli che la mattina si svegliano credendo in un possibile futuro in questa regione!

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