L'associazione "occorre una svolta profonda e rapida". Oltre 103 miliardi di aumenti netti d’imposta fra il 2001 e il 2012.
In media, quasi 9 miliardi in più per ciascuno dei dodici anni trascorsi dall’inizio del terzo millennio. E’ questo il più significativo risultato che emerge da un’analisi delle manovre di finanza pubblica succedutesi nel nostro paese dalla fine del 2000, basata su dati ufficiali. Un risultato che spiega altri due fenomeni. Il primo: un aumento di 204 miliardi del gettito complessivo registrato nello stesso periodo: le maggiori entrate dovute alle manovre, dunque, rappresentano oltre la metà dell’aumento complessivo.
Il secondo: un aumento della pressione fiscale di 3,4 punti, che porta a quasi 5 punti il divario rispetto al resto d’Europa. "Ci aspettiamo che i partiti - annota Confesercenti - si impegnino seriamente su scelte in grado di far calare la pressione fiscale già nel 2013, intervenendo coraggiosamente sui i tanti sprechi e privilegi. Ma anche l’attuale Governo non può stare a guardare: convochi quanto prima le parti sociali per un confronto concreto sulla riforma fiscale che ridia fiato alle imprese e famiglie e con esse agli investimenti ed al lavoro, oggi in forte sofferenza.
Il secondo: un aumento della pressione fiscale di 3,4 punti, che porta a quasi 5 punti il divario rispetto al resto d’Europa. "Ci aspettiamo che i partiti - annota Confesercenti - si impegnino seriamente su scelte in grado di far calare la pressione fiscale già nel 2013, intervenendo coraggiosamente sui i tanti sprechi e privilegi. Ma anche l’attuale Governo non può stare a guardare: convochi quanto prima le parti sociali per un confronto concreto sulla riforma fiscale che ridia fiato alle imprese e famiglie e con esse agli investimenti ed al lavoro, oggi in forte sofferenza.
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