martedì 9 ottobre 2012

Macro-Regione. Una sfida da cogliere!

La spending review ci impone di rivedere il nostro assetto territoriale e ad abbassare i costi di gestione dello stesso. E’ un principio di economia che potrebbe contrastare con le nostre necessità primarie, ma è un principio che per forza di cose dobbiamo adottare e pensare a come fare per rendere economicamente più convenienti i servizi che oggi utilizziamo.



Arroccarsi sulle posizioni di difesa della nostra identità sicuramente non ci aiuta, perché questo principio che è bello e sacrosanto è difficile da giustificare dal punto di vista economico.

In altre circostanze quando parlavamo della nostra regione ci siamo sempre lamentati che da noi non c’è la mentalità di collaborazione, di metterci insieme di far nascere delle cooperative per poter gestire meglio i servizi e le produzioni regionali, perché da soli è più difficile conquistare i mercati ed abbassare i costi dei servizi.

Questo concetto rivendicato e sponsorizzato dalla politica non ha trovato grande consenso tra i cittadini. Oggi tocca ai politici invertire il discorso, sono loro che devono ragionare in forma cooperativistica trovare il modo di conservare le istituzioni, le conquiste fatte e valorizzare le peculiarità territoriali in un contesto di aggregazione.

In altre regioni già si muovono in tal senso, in Emilia si sta pensando alla provincia del gusto, in Lombardia alla provincia industriale, in Toscana alla provincia litoranea e addirittura qualcuno pensa alle macro regioni. Allora perché per una volta non possiamo essere noi a proporre qualche cosa di nuovo come questa grande regione adriatica di nome Marca?

Abbiamo paura di metterci in gioco di far valere le nostre ragioni? Certamente è più comodo difendere l’esistente , ma questo è giusto quando non lo si mette in discussione, perché se questo avviene, ed è avvenuto, i ragionamenti  devono essere più ampi e i nostri pensieri devono guardare al futuro fare una valutazione su come è meglio gestire il territorio. Dobbiamo avere il coraggio di veder oltre, di far tesoro delle esperienze positive delle altre regioni e osare scommettere e soprattutto credere che lo schema attuale va rivisto e la nostra identità e autonomia sarà valorizzata se sarà messa in discussione e riconosciuta anche da altri.

Stare insieme ad altri, ragionare con persone che hanno fatto altre esperienze non può che arricchirci e farci bene, ci darà la possibilità di imitarli di raggiungere gli stessi loro livelli di organizzazione, di sviluppo e di crescita. E’ come quando in una classe il professore cerca di mettere insieme uno meno bravo con uno più bravo, il primo se è intelligente se ne potrà avvantaggiare imitandolo, raccogliendo i suggerimenti che gli saranno offerti.

Detto questo ci auguriamo che più cittadini prendano consapevolezza e valorizzino questa idea di una Marca adriatica dove le peculiarità di ogni territorio vengano salvaguardate e valorizzate, non mortificate, in un’ottica di collaborazione e di revisione della spesa sociale.

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