giovedì 2 agosto 2012

La vertenza dei 29 distaccati e del Piano industriale dello Zuccherificio

Due argomenti sui quali dissentiamo profondamente rispetto alle tesi che la Regione Molise e il manager dello stabilimento saccarifero stanno portando avanti. 










La prima questione -  quella dei 29 lavoratori ai quali sono pervenute le lettere con le quali si comunica il distacco dal 31 agosto prossimo -  ha assunto contorni da chiarire rispetto alla tempistica con la quale è stata messa in moto. Mentre il manager Alfieri, nel corso dell’audizione del 26 luglio, si dichiarava ancora all’oscuro delle exit strategy da adottare per evitare l’emorragia occupazionale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aveva già ricevuto - da 10 giorni - la comunicazione obbligatoria! Le dichiarazioni rese in Commissione dal manager Alfieri sui 29 distaccati, come oggi abbiamo sottolineato con forza nel corso del Consiglio e che sono state anche oggetto di una attenta valutazione in Commissione, erano rassicuranti ma poco sincere, alla luce dei documenti ufficiali recapitati in questi giorni ai lavoratori.

Il voto sofferto e consapevole che abbiamo ritenuto di voler accordare al progetto di concordato preventivo -  arrivato al vaglio del Consiglio regionale e teso all’individuazione di un percorso obbligato entro  il quale sviluppare il rilancio dell’azienda -  richiama ad una precisa responsabilità sia politica che operativa che il centro-sinistra ha ritenuto dover assumere e che, in primis, la Giunta regionale e il management aziendale devono ugualmente adottare evitando ombre e sospetti.

A prescindere dalle recriminazioni ovvie e assolutamente rilevanti in merito alla destinazione dei fondi pubblici, alle responsabilità da imputare alle scelte della politica di questi undici anni di governo di centro-destra, al ripristino delle condizioni di legalità che erano e restano obiettivo condivisibile ma non unico né privilegiato, abbiamo considerato  prioritaria l’individuazione di un percorso strategico di rilancio sul quale intervenire, anche attraverso l’esercizio del controllo e della vigilanza.

Un percorso di responsabilità che abbiamo potuto intraprendere perché sono ben chiare le idee su come e dove agire, non perché marchiato da presunte e strumentali ipotesi di connivenza.

Sul Piano Industriale che oggi abbiamo osservato in aula nel corso del Consiglio regionale, ci siamo soffermati lungamente sulle vistose lacune che rendono poco attendibili sia il business plan che le stime dei ricavi attesi dal realizzo dei 2 rami d’azienda. Mancano  l’analisi della struttura dei costi, le motivazioni della scelta di dar vita alla newco, sono assenti i confronti economici con strutture similari e inspiegabilmente la motivazione economica – come già detto e senza tacerne la negatività sociale – relativa alla scelta di trasferire parte del personale alla newco  privandolo delle tutele e di qualsiasi prospettiva futura.

La ciliegina sulla torta di questo piano industriale  è rappresentata dalla proiezione del conto economico 2012-2016 che si basa su proiezioni deboli, non dimostrate a volte e poco credibili rispetto alla struttura attuale dei costi. Le stime dei ricavi attesi sono di conseguenza poco concrete e meramente enunciative.

Con la stessa responsabilità con la quale abbiamo affrontato la vicenda del concordato preventivo, la nostra azione politica sarà finalizzata alla risoluzione della vertenza dei 29 distaccati e ad una attenta azione di vigilanza sul bando.

Il centro-sinistra continuerà a lavorare in direzione di una intesa prioritaria che coinvolga tutte le categorie coinvolte in un processo di rilancio sul quale manterremo sempre alta l’attenzione con la vigilanza e la forza delle proposte costruttive.

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