mercoledì 18 luglio 2012

Cristiano Di Pietro: Nuovamente scavalcate le regole per i pacchetti mi fido di te e cinque per uno

Il Consiglio di Stato giudica illegittimo l’affidamento diretto del fondo unico anticrisi a Finmolise ma nel frattempo la regione le liquida altri 6 milioni di euro.




È di qualche giorno fa la notizia che il Consiglio di Stato ha annullato la delibera n. 413 avente ad oggetto la trasformazione “in house” di Finmolise e le delibere nn. 542, 812 ed 813, che prevedevano l’attivazione del Fondo Unico Anticrisi con affidamento diretto a Finmolise spa. Una sentenza durissima, quella del Consiglio di Stato che parla di “evidente elusione del dettato normativo”.

In barba a tutte le regole sulla competitività e concorrenza, infatti, tra l’aprile e il maggio del 2009, la Giunta regionale assegnava  a Finmolise, direttamente e senza gara, la gestione del Fondo Unico anticrisi.

Ma il fatto ancor più grave è che Finmolise, società in house della Regione, attraverso un’altra società controllata, la Finmolise Sviluppo e Servizi, operava sul mercato svolgendo quelle attività che, per legge, sono vietate ad una società in house.

La sentenza del Consiglio di Stato  del 6 luglio u.s.  ha così sancito l’illegittimità dell’affidamento del fondo unico a Finmolise.

Nel frattempo, però, con due determine, la 07/2012 e la 08/2012, datate entrambe 12 giugno 2012 e pubblicate sull’ultimo Burm, il n.17 del 16/07/2012 e soltanto dieci giorni dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, quindi, la Regione Molise ha liquidato, proprio a favore di Finmolise spa, rispettivamente 3 milioni di euro  per il pacchetto “Cinque per uno” e 3 milioni per  la linea di intervento “Mi fido di te”.

Quando si dice che non c’è limite al peggio ..

È evidente come anche per questi due ultimi piani di intervento, sbandierati a destra e a manca, e divenuti cavalli di battaglia dell’assessore alle Attività Produttive Michele Scasserra e del presidente di Finmolise Teresio Di Pietro, siano state eluse le norme giuridiche vigenti.

Ma quando si decideranno Michele Scasserra e Teresio Di Pietro a rispettare la sentenza definitiva del massimo organo della giustizia amministrativa?

Quando si decideranno ad indire, così come dispone il Consiglio di Stato, una gara di evidenza pubblica per l’affidamento dei fondi?

Perché gli imprenditori privati, per il semplice rispetto delle regole e per tutelarsi, ogni volta devono sentirsi costretti ad adire le vie legali?

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